RAGUSA. La guardia di finanza di Ragusa ha scoperto una presunta frode da 800 mila euro ai danni dello Stato, messa in atto da 4 imprenditori, titolari di due società di Acate, operanti nel settore del commercio di semilavorati, imballaggi e pallet per l’agricoltura.
I finanzieri hanno eseguito un provvedimento di sequestro preventivo per equivalente di denaro e beni mobili ed immobili appartenenti agli indagati fino alla concorrenza dell’ammontare della frode commessa.
Il provvedimento cautelare costituisce l’epilogo di una complessa attività amministrativa esercitata attraverso il modulo ispettivo della verifica fiscale nei confronti di due società della provincia iblea, operanti nel settore del commercio all’ingrosso di frutta e verdura e nel settore degli imballaggi.
L’esito dell’attività avrebbe fatto scoprire che i rispettivi amministratori sarebbero stati mere “teste di legno” e che le società sarebbero delle “cartiere”, ovvero prive di struttura aziendale, dipendenti ed attrezzature ed addirittura, è stato appurato, il mancato consumo di energia elettrica durante tutto il periodo di attività.
La funzione di queste due imprese era quella di emettere fatture per operazioni inesistenti nei confronti, principalmente, di una società di capitali di Acate, “leader” nel settore dei semilavorati, imballaggi e pallet per l’ortofrutta, gestita da due soggetti che sono risultati essere i veri domini della frode.
Le indagini eseguite dagli investigatori, rese difficoltose per l’assenza di gran parte della documentazione contabile obbligatoria, ha fatto emergere che una delle due società di comodo sarebbe stata utilizzata per effettuare gli acquisti della materia prima dall’estero, merce, che di fatto, veniva consegnata direttamente presso l’azienda di Acate, tra l’altro utilizzando mezzi di trasporto di quest’ultima. Lo scopo era quello di non perdere la possibilità di recuperare il credito Iva sugli acquisti, che altrimenti, trattandosi di acquisto da soggetto estero, non era dovuto.
Il ruolo dell’altra società di comodo sarebbe stato quello di emettere false fatture per imputare costi alla prima cartiera, al fine di compensare, sotto il profilo contabile, i ricavi che quest’ultima realizzava attraverso le finte cessioni di beni.
L’acquisizione di tutti gli estratti di conto corrente delle società verificate, la ricostruzione delle movimentazioni finanziarie e l’analisi delle banche dati in uso alle fiamme gialle, avrebbero fatto rilevare movimentazioni bancarie per diversi milioni di euro (in entrata ed in uscita). Denaro che serviva, sotto il profilo sostanziale, alla cartiera che comprava dall’estero per pagare i fornitori; sotto il profilo formale, per creare una verosimile condizione di operatività in caso di controlli.
Tali movimentazioni finanziarie erano sconosciute ai finti amministratori, in quanto venivano effettuate direttamente dai domini (amministratori di fatto che potevano così ottenere i benefici dell’artificiosa triangolazione).
Per le illecite attività riscontrate, sono stati segnalati alla Procura della Repubblica di Ragusa gli amministratori delle cartiere e i domini della società acatese per emissione ed utilizzo di fatture per operazioni inesistenti per oltre 3 milioni di euro, occultamento di scritture contabili ed omessa dichiarazione annuale dei redditi.
L'autorità giudiziaria, accogliendo la proposta del reparto delle fiamme gialle, ha emesso un decreto di sequestro preventivo per equivalente di denaro, beni mobili ed immobili nella disponibilità degli indagati, fino alla concorrenza dell’ammontare della frode.
Conseguentemente, nei giorni scorsi i finanzieri della Compagnia di Ragusa hanno dato esecuzione al provvedimento, sequestrando denaro contante e quote societarie per un valore di circa 100 mila euro, nonché immobili ed un capannone industriale, per il valore della frode accertata.
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