Ragusa

Sabato 23 Novembre 2024

"Vittoria, appalti in cambio di voti", ai domiciliari ex sindaco e fratello: indagato anche il primo cittadino

Giuseppe Nicosia

CATANIA. La 'Stidda' avrebbe dato il suo sostegno elettorale ai fratelli Nicosia, Giuseppe e Fabio, sia nelle amministrative del 2006 e 2011, sia nelle regionali e nazionali del 2008 e 2012. E' quanto emerge dall'inchiesta della Guardia di Finanza, coordinata dalla Dda di Catania, sullo scambio elettorale politico-mafioso per le elezioni amministrative del 2016 a Vittoria che ha portato all'arresto di 6 persone, tra cui l'ex sindaco Nicosia ed il fratello Fabio, consigliere comunale. Ai domiciliari anche Giombattista Puccio, 57 anni, detto “Titta u ballerinu”, membro della “Stidda”, che è stato coinvolto in diverse operazioni condotte nei confronti del clan stiddaro “Dominante – Carbonaro” ed è indicato da più collaboratori di giustizia come l’attuale esponente di spicco della Stidda; Venerando Lauretta , di 48 anni, già condannato per la sua appartenenza al clan “Dominante – Carbonaro”; Raffaele Di Pietro, di 55 anni, e Raffaele Giunta, di 55 anni, che avrebbero svolto un ruolo di intermediazione attiva nell’accordo criminale stretto tra politica e mafia. In totale sono sei le persone indagate. Fra loro anche l'attuale sindaco di Vittoria, Giovanni Moscato, La Procura ha sottolineato che non è stata chiesta alcuna misura cautelare nei confronti di Moscato perché il reato ipotizzato non la prevede. Indagata anche Nadia Fiorellini, 55 anni, ex assessore, che è stata raggiunta da un provvedimento di sospensione dai pubblici uffici. E' accusata di falso ideologico in atto pubblico perché nella sua qualità di pubblico ufficiale avrebbe falsamente autenticato come apposte in sua presenza numerose firme per la presentazione delle lista elettorale 'Nuove idee' in cui era candidato Fabio Nicosia, firme che di fatto erano state invece apposte da Di Pietro e Giunta.   I particolari dell'operazione, denominata 'Exit poll' sono stati forniti durante una conferenza stampa alla quale hanno perso parte, tra gli altri il Procuratore di Catania Carmelo Zuccaro ed il procuratore aggiunto Carmelo Petralia. Gli investigatori hanno sottolineato che un contributo notevole alle indagini è stato fornito dalle dichiarazioni di due collaboratori di giustizia che avrebbero rivelato l'intreccio affaristico-politico-mafioso che a Vittoria avrebbe condizionato e orientato le scelte elettorali anche prima delle elezioni amministrative del 2016. Il convogliamento dei voti, secondo quanto accertato, sarebbe stato ripagato dall'ex sindaco Giuseppe Nicosia con l'assegnazione di appalti e posti di lavoro I Finanzieri del G.I.C.O. del Nucleo di Polizia Tributaria di Catania hanno accertato contatti tra i Nicosia ed esponenti di vertice della Stidda. Si inserisce in questo quadro la strategia politica dei due fratelli che sarebbe stata orientata a mantenere e consolidare il peso e l'autorevolezza conquistati nel corso dell'ultimo decennio nelle decisioni del governo locale. Secondo quanto accertato, dicono gli investigatori, ''il collaudato sistema clientelare si reggeva inoltre anche sui voti degli operatori ecologici: nelle ultime elezioni il sindaco uscente Giuseppe Nicosia avrebbe assicurato l'assunzione di 60 dipendenti dalla società subentrante nella gestione dei rifiuti a Vittoria''. "Nei confronti delle persone che non sono colpite da ordinanza manca il vaglio del giudice. E' fondamentale perché vi sia da parte nostra una esternazione ed una puntualizzazione di quelle che sono le condotte illecite. Qui abbiamo delle ipotesi accusatorie su cui non ci possiamo soffermare e ci sono altri indagati di cui non vogliamo parlare". Lo ha detto il Procuratore di Catania Carmelo Zuccaro, in merito all'indagine "Abbiamo potuto registrare - ha aggiunto Zuccaro - che nel corso delle elezioni del 2016 vi sono stati fortissimi condizionamenti da parte di gruppi mafiosi della stidda. Tutto parte da collaboratori di giustizia che ci parlano di condizionamenti nelle elezioni amministrative, politiche e regionali che risalgono al 2016. Sostanzialmente già dal 2006 si era aperta un'autostrada, un percorso molto agevole molto pervio, nel quale politici senza scrupoli e mafiosi concordavano tra di loro vantaggi". E ancora: "E purtroppo indirettamente in queste cose vengono coinvolti anche comuni cittadini che sono soltanto alla ricerca della stabilizzazione del proprio posto di lavoro: un meccanismo pervasivo che inquina la società civile". "Sono dei politici - ha concluso - che cercano il vantaggio, l'accordo dei mafiosi perché la mafia con il suo potere di intimidazione garantisce che l'accordo verrò rispettato. A sua volta gli imprenditori mafiosi ne traggono un vantaggio immediato".

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