CATANIA. Appalti e posti di lavoro in cambio di voti a Vittoria. L'accusa è di scambio elettorale politico-mafioso. Con questa accusa sono scattati questa mattina sei arresti domiciliari. Tra le persone indagate e coinvolte nell'operazione della guardia di finanza di Catania ci sono anche l’ex sindaco di Vittoria, Giuseppe Nicosia e il fratello Fabio, attuale consigliere comunale di Vittoria.
Nell'inchiesta è coinvolto anche l'attuale sindaco di Vittoria, Giovanni Moscato, che risulta tra gli indagati. La Procura ha sottolineato che non è stata chiesta alcuna misura cautelare nei confronti di Moscato perché il reato ipotizzato non la prevede. Secondo l'accusa, sarebbero stati i fratelli Giuseppe e Fabio Nicosia a fare convergere nel turno di ballottaggio i voti su Moscato candidato per il centrodestra, eletto sindaco nel giugno 2016. In cambio, secondo l'ipotesi accusatoria, Moscato avrebbe portato avanti la stabilizzazione di 60 dipendenti della ditta che si occupa dello smaltimento dei rifiuti.
In totale sono sei le persone indagate. Fra loro anche Nadia Fiorellini, 55 anni, ex assessore, che è stata raggiunta da un provvedimento di sospensione dai pubblici uffici. E' accusata di falso ideologico in atto pubblico perché nella sua qualità di pubblico ufficiale avrebbe falsamente autenticato come apposte in sua presenza numerose firme per la presentazione delle lista elettorale 'Nuove idee' in cui era candidato Fabio Nicosia, firme che di fatto erano state invece apposte da Di Pietro e Giunta.
Tra gli indagati anche Giombattista Puccio, 57 anni, detto “Titta u ballerinu”, membro della “Stidda”, che è stato coinvolto in diverse operazioni condotte nei confronti del clan stiddaro “Dominante – Carbonaro” ed è indicato da più collaboratori di giustizia come l’attuale esponente di spicco della Stidda; Venerando Lauretta , di 48 anni, già condannato per la sua appartenenza al clan “Dominante – Carbonaro”; Raffaele Di Pietro, di 55 anni, e Raffaele Giunta, di 55 anni, che avrebbero svolto un ruolo di intermediazione attiva nell’accordo criminale stretto tra politica e mafia.
Un contributo notevole all’indagine è stato fornito dalle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia, da cui è emerso con chiarezza l’intreccio affaristico- politico-mafioso che, nella città di Vittoria, ha condizionato e orientato le scelte elettorali anche prima delle elezioni amministrative del 2016.
Il quadro delineato dai collaboratori di giustizia è infatti molto ampio ed evidenzia come i fratelli Nicosia abbiano ricevuto a Vittoria il sostegno elettorale della “Stidda” sia nelle amministrative del 2006 e 2011, sia nelle regionali del 2008 e nelle nazionali del 2012.
L'ex sindaco Nicosia avrebbe pagato i voti con l’assegnazione di appalti e posti di lavoro a favore degli attuali indagati Giunta e Di Pietro. I finanzieri di Catania hanno tracciato contatti tra i fratelli Nicosia e gli esponenti di vertice della “Stidda”. Il sodalizio mafioso sarebbe avrebbe interessato in particolare alla gestione economica dei settori della raccolta della plastica e alla produzione degli imballaggi per i prodotti ortofrutticoli.
Gli inquirenti avrebbero verificato che nelle ultime elezioni, il sindaco uscente avrebbe assicurato l’assunzione di 60 dipendenti dalla società subentrante nella gestione dei rifiuti a Vittoria. Nel corso delle indagini è stata monitorata una riunione, sollecitata da Di Pietro, tra i fratelli Nicosia e i lavoratori dell’azienda di gestione dei rifiuti, per sancire il sostegno elettorale ai due fratelli.
Nelle fasi antecedenti la competizione elettorale del 2016, sono stati registrati contatti tra i Nicosia e gli esponenti di vertice del clan stiddaro Puccio e Lauretta. Gli inquirenti hanno accertato che Raffaele Giunta, che è stato candidato al Consiglio Comunale prima che uno scandalo mediatico gli imponesse il ritiro dalla competizione, avrebbe chiamato Lauretta alla ricerca di voto. L’esponente della Stidda avrebbe risposto di esser già impegnato a sostenere la coalizione appoggiata dai Nicosia. Infatti il sindaco uscente gli avrebbe lo sgombero di un edificio pubblico, per consentirgli di avviare un centro di assistenza per persone con handicap.
L’1 giugno 2016 gli investigatori hanno assistito a un incontro tra Fabio Nicosia e Puccio, che si è svolto nella sede di una società di imballaggi in cartone. Dalle intercettazioni è inoltre emerso che Puccio avrebbe fornito il suo sostegno elettorale in cambio di benefici per le attività economiche gestite dal proprio figlio nel settore della rimozione dei rifiuti.
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