RAGUSA. «Rilevante livello di capacità criminale» e «personalità sprezzante ed indifferente ai moniti delle leggi». Lo scrive il gip del Tribunale di Ragusa, Andrea Reale, nell'ordinanza di misura cautelare ai domiciliari per Davide Di Vita, il quarantaduenne arrestato nell'ambito dell'operazione «Efesto» con altri quattordici indagati a piede libero. Si tratta di altrettanti vigili del fuoco volontari del distaccamento di Santa Croce Camerina, ora sospesi, indagati per truffa ai danni dello Stato e alcuni per incendio.
Secondo le indagini della Squadra mobile di Ragusa, coordinate dal sostituto procuratore Valentina Botti, per due anni, dal 2013 al 2015, gli indagati avrebbero attivato, con chiamate dai propri cellulari o da quello di parenti, interventi per incendi o animali vaganti in strada. In realtà non c'era alcun intervento da fare, ma era solo un modo per percepire la somma di circa dieci euro l'ora prevista per i volontari.
Il gip non ha accolto la richiesta di domiciliari per tutti e quindici i vigili, ma solo per Di Vita. Il magistrato rileva come Di Vita sia stato l'unico, secondo quanto appurato dalle indagini, a proseguire nella condotta criminosa, provocando incendi boschivi per poi «determinare un intervento del personale dei vigili del fuoco».
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