VITTORIA. La cullina era già pronta. Da tempo. Le tutine ed i vestitini facevano bella mostra di se, nel cassetto riservato al bimbo che sarebbe nato. Erano gli ultimi giorni di attesa per una giovane coppia di Vittoria. i nove mesi di gravidanza erano trascorsi senza eccessivi problemi e la giovane madre assaporava già il momento in cui avrebbe tenuto in braccio il bimbo appena nato. I primi dolori, le doglie in arrivo e la corsa in ospedale. Con la valigia già pronta da tempo ed i familiari a seguire i due giovani sposi. E’ il mattino del 20 luglio. La donna viene subito visitata dai medici, si fanno gli accertamenti previsti. Nel pomeriggio, la donna entra il sala parto. Si pratica il cesareo. Un parto difficile, le prime complicazioni, quando il piccolo viene alla luce, purtroppo, il suo piccolo cuoricino ha cessato di battere. E’ già morto. Inutili i tentativi dei sanitari di rianimarlo. Non si tratta quindi della morte di un neonato, ma della nascita di un feto morto. Un bambino che non ha mai emesso il primo vagito, che non ha mai respirato fuori dall’utero materno.