SCICLI. Nella città del commissario Salvo Montalbano la parola d'ordine è legalità. Il sindaco di Scicli, Vincenzo Giannone, ieri pomeriggio a palazzo di città ha fatto il punto sui cento giorni di attività in un ente che ha subito l'onta del commissariamento per mafia e che si è ridotata degli organismi democratici lo scorso 27 novembre quando il primo cittadino è stato eletto al primo turno portandosi dietro una maggioranza in Consiglio comunale. E lo ha fatto partendo da una larga premessa improntata sulla realtà vera di una cittadina del profondo sud che ha sofferto e parecchio per un marchio pungente.
Quelle presunte infiltrazioni che hanno minato l'immagine della città e che si vogliono archiviare. «Scicli è una città libera, non c'è più una cappa di mafiosità semmai ci fosse mai stata – ha detto Giannone – nessuna deroga sulla legalità a nessuno, proprio a nessuno. Assieme al Comune di Vittoria, guidata dal sindaco Giovanni Moscato stiamo cercando di superare quei fenomeni di devianza che ci sarebbero nei nostri territori attraverso il rispetto di regole, principi e leggi».
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