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Vittoria, "minacce al giornalista Borrometi": un rinvio a giudizio

RAGUSA. Il Gup di Catania, Anna Maggiore, accogliendo la richiesta della Procura distrettuale, ha rinviato a giudizio Venerando Lauretta, accusato di aver più volte minacciato, con l’aggravante del metodo mafioso, il giornalista Paolo Borrometi, collaboratore dell’Agi e direttore della testata online laspia.it.

Nel procedimento si sono costituiti parte civile, oltre al cronista, rappresentato dall’avvocato Vincenzo Ragazzi, anche la Fnsi, con il legale Roberto Lopelli dello studio Sisto di Bari, l’Ordine nazionale dei giornalisti, con Enrico Trantino, quello regionale, con i penalisti Nico Caleca e Marcello Montalbano, e il Comune di Vittoria. All’udienza di oggi era presente il presidente dell’Ordine dei giornalisti di Sicilia, Riccardo Arena. La prima udienza del processo si terrà il prossimo 26 maggio davanti il Tribunale di Ragusa.

All’imputato è contestato di aver rivolto via Facebook a Borrometi frasi quali «Il tuo cuore verrà messo nella padella. E dopo me lo mangerò», «Voglio pagarti il reato che commetto su di te», «Sarò dietro la tua porta. Mi viene da ridere pensando il gg che 6 tra le mie mani», «Ti devo accecare con le dita», "Non ti salva neanche Gesù Cristo», «Pure che mi arrestano c'è chi viene a cercarti... Ora ti faccio passare la voglia di vivere».

Paolo Borrometi, che vive da quasi tre anni sotto scorta, ha già denunciato in passato i presunti autori di altre minacce ed è già in corso a Ragusa un processo, a carico del presunto reggente del clan mafioso locale, nel quale la Fnsi è parte civile al fianco del giornalista. La polizia di Stato di Vittoria, due giorni fa, ha denunciato alla Procura di Ragusa l'uomo che aveva minacciato on-line il sindaco Giovanni Moscato e Borrometi all’indomani della trasmissione 'Radio anch’io' dove entrambi avevano partecipato dopo la recrudescenza della criminalità nel paese del Ragusano.

Il segretario generale e il presidente della Federazione nazionale della stampa italiana, Raffaele Lorusso ha confermato la «vicinanza del sindacato a Paolo Borrometi» così come «lo è e lo sarà sempre a tutti i cronisti che subiscono minacce e intimidazioni per via del loro lavoro». «Le giornaliste e i giornalisti italiani - ha sottolineato Lorusso - devono sapere che non sono soli nella loro battaglia per la legalità. Perché difendere il loro diritto a raccontare i fatti significa non difendere la categoria, ma la libertà di stampa e la democrazia».

«I ripetuti atti di intimidazione contro Paolo - ha ribadito il presidente dell’Ordine dei giornalisti siciliani, Riccardo Arena - equivalgono a minacce contro ognuno di noi. Non temiamo le parole durissime dei boss, temiamo il silenzio e l'indifferenza. Paolo e i giornalisti che come lui lavorano per informare non sono e non saranno soli. Mai».

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