VITTORIA. La Polizia di Stato ha arrestato a Vittoria tre appartenenti della famiglia Piscopo, padre e due figli, tutti in passato denunciati anche per mafia. La Squadra Mobile di Ragusa durante una perquisizione ha trovato e sequestrato due pistole, una rubata e l'altra con matricola abrasa, un fucile e centinaia di munizioni. La Polizia Scientifica eseguirà accertamenti balistici sulle armi per verificare se siano state utilizzate per commettere reati. Nei giorni scorsi quattro persone sono state arrestate, nel quartiere San Leone, da agenti delle volanti della polizia di Stato di Catania per porto abusivo di armi comuni e da guerra di munizioni e ricettazione. Sono Concetto Piterà, di 41 anni, Alfio Cristian Licciardello, di 25, Salvatore Bonaccorsi, di 40, e Antonino Guardo, di 29. Sono stati bloccati, dopo un inseguimento, dentro un edificio dove la polizia ha trovato due borsoni contenenti un piccolo arsenale. Sono stati sequestrati una mitraglietta mod. M&P 15 Tony Sistem Component, con matricola abrasa; un fucile cal.12 marca «Benelli» con matricola abrasa; un fucile doppietta cal.16 con canne e calcio tagliate tipo «canne mozze»; una pistola mitragliatrice cal.7,65 riportante la scritta «Salve Blanc»; una pistola marca «Bruni» mod.92 modificata; 6 caricatori e oltre 1000 cartucce. Trovati anche un giubbotto antiproiettile, una fondina e due telefoni cellulari. I quattro sono stati condotti in carcere. Gli arrestati - per detenzione illegale di armi da fuoco, munizioni e ricettazione - sono Francesco Piscopo, di 73 anni, e i figli Calogero, di 45, e Marco, di 35, parenti dei fratelli Piscopo condannati per la strage di 'San Basilio' del 1999 nata per alcuni contrasti all'interno dell'organizzazione mafiosa 'stidda'. Gli agenti della squadra mobile di Ragusa, insieme ai colleghi dei commissariati di Comiso e Vittoria, hanno perquisito la loro casa e l'ovile anche in considerazione delle segnalazioni di colpi d'arma da fuoco provenienti dalla zona della loro abitazione e luogo di custodia dei loro greggi. I poliziotti al loro arrivo hanno chiesto ai Piscopo di consegnare le armi ma i tre Piscopo hanno detto loro che non c'era nulla da cercare. Dopo alcuni minuti gli agenti hanno trovato in casa alcune munizioni ed hanno cominciato a perquisire anche un caseggiato adibito a magazzino, dove è stato trovato il fucile, risultato rubato anni prima ad un vittoriese. Uno dei Piscopo a quel punto ha ammesso di tenere l'arma per difesa personale e per difendere le pecore dai cani che talvolta le azzannano. Gli agenti hanno poi trovato le due pistole, perfettamente funzionanti. Calogero e Mario Piscopo sono stati rinchiusi nel carcere di Ragusa. Il padre Francesco, considerata l'età, è stato posto agli arresti domiciliari presso la propria abitazione.