RAGUSA. La Guardia di Finanza di Ragusa ha sequestrato circa 3 mila prodotti falsificati e scoperto, tra le altre, 5 imprese acclarate come importatrici dalla Cina. Sono 127 le persone denunciate.
L’attività d’indagine, svolta sin dall’estate 2015 dai finanzieri della Compagnia di Vittoria su delega dell’Autorità Giudiziaria, è partita dalla denuncia da parte del rappresentante legale di una società con sede a Chiaramonte Gulfi titolare del marchio protetto da privativa industriale denominato “Arancinotto”: si tratta di uno stampo in materiale plastico per realizzare facilmente le tipiche arancine siciliane in casa, simbolo gastronomico per eccellenza della Sicilia, ideato da una famiglia ragusana. Fin dall’avvio della sua produzione ha avuto un rapido successo e diffusione anche a livello internazionale; l’ampio boom commerciale di questo prodotto interamente “made in Italy”, tuttavia, è stato notevolmente danneggiato da una vera e propria “invasione” di copie, presenti soprattutto nei siti di e-commerce e nei mercati rionali e fiere, così come lamentato in sede di denuncia.
Il marchio “Arancinotto”, infatti, risulta essere stato brevettato da una società ragusana con certificato di registrazione rilasciato nel 2014 dal Ministero dello Sviluppo Economico – Ufficio Italiano Brevetti e Marchi e valido all’interno dell’Unione Europea. Pertanto, qualsiasi commercializzazione di prodotto in assenza di tale brevetto o di un documento che ne attesti l’acquisto lecito dal titolare comportano violazioni di carattere penale.
I militari della Compagnia di Vittoria, attraverso l’incrocio delle numerose banche dati a disposizione e un attento controllo economico del territorio, hanno pertanto proceduto a ricostruire la filiera del falso: attraverso riscontri effettuati presso centri commerciali, negozi all’ingrosso ed al dettaglio di prodotti casalinghi, mercati rionali settimanali, fiere, sagre, ovvero tramite il monitoraggio dei principali siti di e-commerce e social network, è stata individuata una sempre più progressiva e vasta distribuzione e vendita, sia in ambito siciliano che nazionale, di diverse versioni e/o tipologie del prodotto contraffatto, sempre più in grado di trarre in inganno l’acquirente medio. Nello specifico, dalla numerosa documentazione fiscale esaminata dalle Fiamme Gialle, è stato possibile riscontrare la fabbricazione illegale del prodotto in Cina, presumibilmente su input di connazionali presenti sul territorio italiano.
Complessivamente, oltre al sequestro di circa 3 mila prodotti contraffatti, sono stati denunciati all’autorità giudiziaria competente 127 individui per l’importazione/vendita degli articoli falsificati e segnalate circa un centinaio di imprese coinvolte, di cui almeno 5 acclarate come importatrici dalla Cina della citata merce, grazie alla documentazione fiscale riscontrata.
Infine, l’attività effettuata nel contesto dell’e-commerce non solo ha permesso di riscontrare oggettivamente la vendita del prodotto contraffatto, ma ha reso possibile l’individuazione di una importante porzione di sommerso d’azienda.
L’operazione di servizio svolta dalla Compagnia di Vittoria ha permesso di aggredire alla fonte e su scala nazionale una notevole filiera del falso, a tutela della società ragusana proprietaria del diritto di privativa industriale e per proteggere gli acquirenti, tratti in inganno dal prezzo (a volte) più basso dell’originale prodotto italiano, da possibili rischi alla salute, considerato che tali prodotti ad utilizzo alimentare non rispettano la rigida normativa di sicurezza prevista dall’Unione Europea.
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