RAGUSA. La polizia di Stato di Ragusa ha fermato un cittadino del Gambia per la morte come conseguenza del delitto di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina della trentenne del Mali, il cui corpo è arrivato ieri a Pozzallo insieme ad altri 299 migranti da nave Vos Hestia, di Save the Children, che li ha soccorsi nel Canale di Sicilia.
A bordo c'erano anche i due figli della donna: una bambina di 9 anni e un maschietto di 6 che sono stati affidati all'Istituto delle suore del Sacro cuore di Ragusa. La donna è stata 'schiacciata", mentre col corpo faceva da 'scudo" ai suoi figli, da altri migranti rimasti bloccati nella prua di un gommone che si è spezzato in due dopo 5 ore di navigazione in mare aperto.
Il fermato, a seguito di indagini della squadra mobile, è accusato di essere il scafista dell'imbarcazione soccorsa. Secondo la ricostruzione di diversi testimoni agli atti dell'inchiesta aperta dalla Procura di Ragusa, la trentatreenne del Mali sarebbe morta per schiacciamento.
«Quando si è accasciata - hanno raccontato alcuni migranti - pensavamo fosse svenuta. Poi ci siamo accorti che era morta e lo scafista voleva farci gettare il corpo in mare, ma ci siamo rifiutati. Ai bambini abbiamo detto che la loro mamma stava dormendo, ma poi hanno capito».
La Questura di Ragusa ha attivato delle ricerche di familiari della vittima, e in particolare di un fratello della donna che sarebbe da anni in Italia.
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