RAGUSA. Solo grazie a un selfie è stato possibile identificare lo scafista al timone di un'imbarcazione di migranti. Si tratta di un tunisino, Msarra Ben Ammar, 39 anni, che è stato inchiodato dall'immagine scattata con uno smartphone da uno dei 32 passeggeri a bordo che inizialmente non avevano collaborato con gli investigatori.
Il barcone era stato soccorso due giorni fa da una motovedetta della Guardia di Finanza a Sud di Lampedusa. Sette persone che necessitavano di cure mediche erano state sbarcate sull'isola, gli altri 25 erano stati trasferiti a Pozzallo, dove la polizia di stato ha avviato le indagini per risalire allo scafista.
Quando gli investigatori hanno trovato nello smartphone di un giovane migrante il selfie con l'immagine del tunisino al timone anche gli altri testimoni che erano accanto a lui non hanno potuto fare altro che ammettere l'evidenza. Lo scafista è stato fermato con l'accusa di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e accompagnato nel carcere di Ragusa.
Durante i controlli sull'identità tutti gli sbarcati, gli agenti hanno anche accertato che un altro tunisino, Chebani Hedi, era stato arrestato a Bolzano per spaccio di stupefacenti nel 2007 e doveva scontare una condanna a sette mesi di reclusione. Anche lui è stato condotto in carcere per scontare la pena residua.
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