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«Sparito» il latte sequestrato: due denunce a Ragusa

RAGUSA. I carabinieri del Nucleo Antisofisticazioni e sanità di Ragusa hanno denunciato un ragusano cinquantenne e un nisseno quarantacinquenne, per i reati di violazione dei sigilli e alienazione di cose sottoposte a sequestro penale.

Le denunce sono scattate dopo un controllo, svolto dai militari del Nas d’intesa coi medici dell’Asp 7 che ha permesso di scoprire che l’amministratore di un’azienda ed un camionista avevano sostituito il latte contenuto in una cisterna (10 mila litri), già sottoposto a sequestro poiché positivo alla ricerca di sostanze inibenti (farmaci quali antibiotici e sulfamidici, nocivi non solo per la salute del consumatore, ma anche ai fini della flora lattica utile della caseificazione), rimuovendone i sigilli, con altrettanti litri di latte buono. Il sequestro era scattato a Catania dopo i controlli effettuati dall’azienda di trasformazione a cui era destinato.

La ditta non ha acquistato il latte ed al contempo ha allertato gli ispettori sanitari. Il latte è tornato quindi a Ragusa ma all’arrivo del Nas e dei sanitari dell’Asp 7, chiamati ad approfondire i controlli, era già scomparso. Sono in corso ulteriori indagini per accertare dove è finito il latte sequestrato.

Nel corso dei servizi i carabinieri del Nas hanno controllato e sanzionato anche un pozzallese cinquantaquattrenne, titolare di un bar. Aveva nell’esercizio commerciale venti chilogrammi di alimenti mal conservati. Anche un bar-forno nel capoluogo è stato controllato e sanzionato. Alla titolare, sessantenne ragusana, sono state contestate diverse irregolarità.

In particolare, nel deposito/magazzino, è stata riscontrata l’assenza di areazione e illuminazione naturali, la carenza nella sicurezza per avere il soffitto di altezza inferiore a 190 centimetri, nonché infine la carenza di condizioni igienico-sanitarie con scrostature dell’intonaco, macchie di umido e pavimento danneggiato. Analoga situazione nel laboratorio e panificazione con pavimento rotto in più punti, macchie di umido e vecchie ragnatele. La situazione è stata con urgenza segnalata al sindaco di Ragusa, al fine di valutarne l’opportuna ordinanza di chiusura.

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