VITTORIA. Da una settimana la loro vita è tornata alla normalità. Una normalità apparente perché nulla potrà cancellare il dramma vissuto in questi anni dalla famiglia Guarascio, con la morte del padre, Giovanni, nel maggio 2013, che si diede fuoco quando l'ufficiale giudiziario stava prendendo in consegna la sua casa venduta all'asta per trasferirla al nuovo proprietario.
Da quel momento è iniziata la lunga trafila giudiziaria: gli atti dell'esecuzione immobiliare furono acquisiti dalla Guardia di Finanza, iniziò l'inchiesta della magistratura iblea che portò all'iscrizione di tre persone nel registro degli indagati. La casa avenne posta sotto sequetsro ed affidata alla moglie di Guarascio, Giorgia Famà. Due mesi dopo il Tribunale del Riesame ottenne il dissequestro.
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