RAGUSA. In fila dinanzi alla porta. In attesa di ricevere un chilo di pane del giorno prima. Volti sconosciuti di una povertà oramai dilagante. Famiglie italiane, per lo più, 347 i nuclei censiti, che ogni giorno ritirano rustici e pane. Le porte del centro di prima accoglienza «Sant’Angela Merici», di via Ecce Homo, nel centro storico di Ragusa superiore, si sono spalancate anche ai nuclei familiari in cerca di un alloggio temporaneo.
Una povertà che non ha colore o nazionalità: 127 le famiglie italiane, 48 di nazionalità albanese, 70 rumeni, 19 provenienti dalla Tunisia, 13 dalla Polonia, 17 Marocco, 7 Algeria, 3 Iraq, 4 Eritrea. Una catena del buon samaritano che coinvolge 20 panifici che donano il pane del giorno prima e 40 volontari che si occupano, dal lunedì al sabato, della raccolta e distribuzione. «Abbiamo accolto di buon grado le parole del pontefice – spiega Salvatore Criscione, presidente dell’associazione di volontariato Vo.Cri - che invitava la chiesa ad aprire le porte ai poveri della città. Così abbiamo deciso di ospitare una famiglia di tunisini, con cinque persone, che vivevano all’interno di un garage in pessime condizioni igienico sanitarie, all’interno della nostra struttura. Abbiamo ritagliato, all’interno dei nostri locali, al primo piano, un confortevole alloggio per ospitare questa famiglia in attesa di trovare una soluzione migliore».
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