RAGUSA. Gli agenti della Polizia di Stato sono tornati ieri nell'azienda di contrada Torrevecchia, teatro, nella notte tra sabato e domenica, dell' attentato incendiario ai danni dell' imprenditore vittoriese Licio Marchese, presidente Ascom. I poliziotti hanno effettuato un sopralluogo alla ricerca di eventuali tracce lasciate dai malviventi. Non è stato trovato nulla: i malfattori hanno dato fuoco ai tre mezzi, usan do del liquido infiammabile. Non hanno lasciato taniche o contenitori.
Sono arrivati nell' azienda probabilmente attraverso la rete di recinzione che dà sulla valle dell' Ippari. La rete è divelta in più punti e non era difficile trovare un varco per passare.
Le telecamere non funzionavano da qualche giorno. Forse qualcuno le ha manomesse. Licio Marchese non ha saputo dare indicazioni agli inquirenti, né fornito eventuali sospetti.
«Non ho sospetti- spiega- ma sto cercando di interrogarmi, di capire quale possa essere l' intento di chi ha colpito». Le indagini, coordinate dal vice questore aggiunto Saro Amarù, non trascurano nulla. Marchese ha gestito in passato un supermercato, lasciato tre anni fa. Ha operato in vari settori e la moglie gestisce un bar tabacche ria. Che l' episodio criminale possa essere diretto all' azienda agricola appare poco probabile. Più facile pensare a rancori personali, ritorsioni, vendette, rivalità commerciali. Ma è una rete difficile da districare. Si cerca di capire se possano esserci collegamenti con l' episodio del 9 giugno, quando Marchese e la sua famiglia subirono una rapina nella loro villa: il rapinatore puntò la pistola al viso della figlia dell' imprenditore, lui reagì ed il rapinatore sparò. Marchese venne ferito al braccio ed alla gamba. Intanto, si moltiplicano gli attestati di solidarietà. Il sindaco Giuseppe Nicosia ed il presidente del consiglio comunale, Salvatore Di Falco, parlano di "un fatto gravissimo: il crimine sta rialzando la testa". Invitano gli imprenditori "a reagire, denunciando pressioni o mi nacce. Questa città è cresciuta, la coscienza civile è maturata, e non possiamo tornare indietro".
Solidarietà anche da Daniele Barrano, capogruppo Udc. «La Vittoria onesta - afferma Barrano - ha bisogno di rialzare la testa. C' è bisogno del contributo di tutti». Anche Sel ribadisce "il sostegno alle vittime di soprusi e violenze. La parte sana della città deve reagire e sostenere l' imprenditoria onesta". Il Pd di Vittoria esprime "indignazione e pre occupazione. A Licio Marchese va la nostra solidarietà. Dobbiamo ribellarci a questa sub cultura criminale". Da Palermo, arriva la voce del gruppo parlamentare all' Ars del movimento Cinquestelle. «Vili episodi del genere - dicono i deputati del M5S - finiscono per ottenere l' effetto opposto, regalando nuova linfa alle vittime, cosa che, siamo certi, avverrà anche in questa vicenda». Solidarietà anche dal mondo imprenditoriale. Pmi Ragusa parla di "nuova recrudescenza del fenomeno malavitoso" e chiede la reazione "del tessuto economico. Qualunque segnale deve far scattare l' allarme e provocare l''immediata denuncia". Patrizia Di Dio, presidente di Confcommercio Palermo: «Vorremmo non leggere mai notizie di questo genere, ancor di più se questi inqualificabili atti oltre a colpire l' impresa coinvolgono anche la sfera personale e familiare».
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