SANTA CROCE CAMERINA. «Non lo so...», piange sommessamente Veronica Panarello, vicino al suo legale, l'avvocato Francesco Villardita, durante il sopralluogo al canalone, ripresa dalla polizia scientifica dentro una vettura. Il penalista le chiede «ci sarà un perchè», e lei tra le lacrime risponde: «mi livai a vita da sula...» («mi sono tolta la vita da sola...»). Il video è tra gli atti d'accusa alla donna imputata per l'uccisione del figlio, Loris Stival, di 8 anni. Loris ha «segni di compressione» da fascetta su «entrambi i polsi», ma non nella parte interna, come se fossero stati legati con le mani giunte ed è «verosimile l'ipotesi che sia stata applicata successivamente», dopo lo strangolamento. È quanto rileva la integrazione della consulenza medico legale perizia medico legale depositata nel fascicolo del Gup di Ragusa dalla Procura nell'inchiesta su Veronica Panarello. L'atto è un estratto dell'autopsia eseguita il 30 novembre del 2014. Il referto contraddice le dichiarazioni della donna che ha affermato di avere visto che Loris aveva delle fascette ai polsi, che si era messo da solo, assieme a degli elastici colorati, a mò di braccialetto. Sulla vicenda il legale di Veronica Panarello, l'avvocato Francesco Villardita, pur precisando di «non avere ancora letto il documento», osserva che «sarà il nostro consulente tecnico a dire se l'analisi è contestabile, e se potrà andare bene anche alla difesa: è necessario studiare».