RAGUSA. Nelle 260 pagine di carte depositate dalla Procura della Repubblica di Ragusa dopo la notifica dell’avviso di conclusione delle indagini a Veronica Panarello in vista della richiesta di rinvio a giudizio per omicidio aggravato c’è di tutto, dalle testimonianze raccolte dopo la morte avvenuta il 29 novembre dell’anno scorso del piccolo Andrea Loris Stival a Santa Croce Camerina, alle accuse del papà del bambino alla moglie arrestata e detenuta per il delitto, fino alle intercettazioni dei familiari della mamma del bimbo di otto anni che secondo i pm trattavano compensi per rilasciare interviste in televisione.
Riportato anche un colloquio tra Veronica ed il marito Davide in cui la signora Panarello inveisce contro il coniuge, affermando che la sua richiesta di separazione non deve essere intesa come un modo per fare pressione su di lui, perché altrimenti «sapeva come fare», bensì come unica espressione della sua volontà. Dalle carte emerge anche una richiesta di Davide Stival di arrivare alla separazione, ma finora nessuno dei due coniugi ha fatto passi ufficiali.
La prima parte è dedicata ai dubbi dei genitori dei bambini della classe di Loris, quando Veronica andò a prendere a scuola il figlio. Tre mamme hanno dichiarato agli inquirenti che sono rimaste davanti all’ingresso della scuola, insieme ad altre genitrici, fino alle 8,35 e, subito dopo si sono spostate nel vicino chioschetto fino alle 8,50 e durante la loro permanenza in zona non hanno visto la signora Panarello e nemmeno il figlio Loris.
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