VITTORIA. «Quando la mafia decide di colpire, lo fa, e se lo Stato resta silente, episodi come questo restano impuniti e nel territorio non c'è un'azione forte che possa contrastarli». Il presidente nazionale di Altragricoltura, Tano Malannino, interviene a fianco del responsabile regionale, Maurizio Ciaculli. Dopo l'incendio nel magazzino di contrada Serra Rovetto, il movimento degli agricoltori, alza la testa ed annuncia la volontà di ripartire.
«Il progetto che vedeva il magazzino e lo stesso Ciaculli simbolo di rinascita, testimonianza viva di questo territorio, da cui partire per costruire un modello alternativo all'attuale commercializzazione dei prodotti ortofrutticoli, viene solo ritardato. La legalità e la giustizia sociale nelle campagne e nella filiera agro-alimentare la spunteranno». Malannino analizza anche i risvolti investigativi: «Il fatto presenta molte zone d'ombra - spiega Malannino -. L'opificio, infatti, pur essendo di proprietà di Ciaculli, era affidato a curatela fallimentare che lo aveva affittato a terze persone. Questo non è solo un tentativo di intimidire Maurizio Ciaculli, per il suo impegno in Altragricoltura contro il fenomeno delle aste giudiziarie e la contraffazione dei prodotti agroalimentari, ma c'è anche l'azione forte di inibire le lotte e le vertenze che l'organizzazione sta portando avanti in Sicilia».
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