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L’Università iblea cancellata «per legge»

La riforma degli enti sovracomunali approvata il 4 agosto scorso ha previsto all’articolo 27 il sostegno ai Consorzi da parte dell’ex Province se ancora socie degli stessi

RAGUSA.  La legge di riforma delle Province assesta un colpo definitivo alla presenza universitaria a Ragusa a meno che il Comune non garantisce tutte le risorse. E così l’opera dei due commissari straordinari dell’ex Provincia regionale, la dottoressa Carmela Floreno che ha deliberato il recesso, ed il dottor Dario Cartabellotta, che non ha operato la revoca del recesso, non hanno consentito al Consorzio Universitario di Ragusa di godere dei fondi dell’ente di viale del Fante.

Solo il Consorzio Universitario, rispetto ad Agrigento, Siracusa, Caltanissetta e Trapani, esce con le ossa rotta rispetto all’articolo 27 lettera f della legge 4 agosto 2015 n. 15, che recita: «I liberi Consorzi comunali mantengono la stabile partecipazione, in qualità di soci, nei Consorzi universitari già partecipati dalle ex province regionali alla data di entrata in vigore della presente legge, nei limiti delle previsioni statutarie dei medesimi Consorzi universitari».

Gianni Battaglia, ex presidente del Consorzio, è abbastanza duro con la dirigenza della ex Provincia, e lancia un allarme: «La strategia dei commissari straordinari della ex provincia, cinicamente suggerita e sostenuta dal cerchio magico dei suoi dirigenti si è affermata, tra l’altro inutilmente, purtroppo ancora una volta, nell’indifferenza, nell’incapacità, nella colpevole assenza di iniziativa, nell’ignavia di quanti parlamentari e sindacalisti avevano promesso e garantito attenzione, sostegno ed iniziativa per scongiurare quanto invece si è verificato. Non meno grave è il ruolo del governo ed in particolare dell’assessore competente per non avere impedito che si determinasse tale grave disparità. Da ora per il Consorzio universitario di Ragusa, per i suoi 30 dipendenti e per la presenza universitaria nella nostra provincia inizia una fase difficile ed incerta. L’attività didattica derivante dalle convenzioni sottoscritte con gli atenei di Catania e di Messina - continua Battaglia - potrà proseguire, se non cambiano le attuali condizioni, solo se il Comune di Ragusa avrà la volontà politica-amministrativa e le risorse per proseguire da solo».

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