VITTORIA. Il Tribunale del Riesame di Ragusa ha annullato il decreto di sequestro preventivo emesso dal Gip lo scorso 15 dicembre ed ha disposto la restituzione di beni per circa 30 milioni di euro ai due coniugi vittoriesi di 57 e 53 anni. Il Tribunale (presidente Vincenzo Saito, a latere Elio Manenti, giudice relatore e Francesca Aprile), ha accolto le istanze dell’avvocato Santino Garufi, difensore della coppia, dopo avere sciolto la riserva, ritenendo che l’onore della prova spetta alla pubblica accusa e che non può costituire elemento a carico dell’imputato - in sede penale e con riferimento al reato di truffa - la sola omessa esibizione di documenti contabili attestanti gli investimenti operati negli anni 2001 e 2002 considerato che sono passati 13 anni dai fatti e la legge prevede l’obbligo della tenuta dei registri per 10 anni, ritenendo anche prescritti, in ogni caso, gli episodi attinenti alle compensazioni effettuate fino al mese di gennaio 2009.
Per il Riesame, quindi, allo stato attuale i reati contestati, oltre alla truffa aggravata anche la falsità commessa da privato in atto pubblico, non sussistono. Nell’ordinanza il Riesame cita anche una sentenza di assoluzione emessa il 25 febbraio del 2011 nei confronti della cooperativa gestita dalla donna per reati di natura fiscale alla luce del condono tombale a cui hanno aderito i coniugi vittoriesi. Il mese scorso con l’operazione denominata «Amnesty», erano stati sequestrati 24 fabbricati, 29 terreni, 75 mila euro in contanti, un conto corrente e 29 milioni di euro in crediti di imposta.
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