POZZALLO. Non c'è pace per il Cpa di Pozzallo. Dopo la recente chiusura dei locali con i migranti trasferiti presso altri centri, arriva ora la protesta degli operatori che chiedono le mensilità arretrate. Una protesta di fatto ripetuta nel tempo, visto che in tanti erano già scesi in piazza, con striscioni dall'inequivocabile e significativo messaggio, proprio presso Piazza Municipio, lo scorso 18 ottobre. "Chiediamo quanto ci spetta" avevano sottolineato in tanti, chiedendo che gli venissero corrisposte le mensilità arretrate. Ad ottobre scorso erano senza stipendio da ben 7 mesi. Ora, da allora, la situazione è cambiata di poco visto che attendono ancora sei mensilità, da giugno a novembre scorso. Mensilità che tardano ad arrivare dopo l'ultima "riorganizzazione". Quando, con i tagli subiti, sono passati prima da 90 circa a 52, e poi a 36 lavoratori a contratto, con 18 o 16 ore settimanali, più altri 30 circa con contratto a chiamata.
Ad ottobre, tra gli assunti nel 2011, c'era chi avanzava tra gli otto e i dieci mila euro, cifre simili per quelli chiamati a lavorare nell'estate 2012, sino alle poche migliaia di euro per quelli che hanno lavorato da aprile 2013. Per smuovere le acque hanno così inviato una lettera di protesta alla Prefettura, interpellando in prima persona il Prefetto Vardè. Nella lettera, in 55 firmatari, mettono al corrente il Prefetto "della pessima condizione salariale in cui versano". Una missiva indirizzata "al fine di ottenere un sollecito relativamente alle somme da erogare a noi lavoratori".
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