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Loris, dopo il no alla scarcerazione Veronica sorvegliata

Dopo la decisione del tribunale del Riesame la madre del piccolo ucciso è crollata psicologicamente. Domani un vertice in procura

SANTA CROCE CAMERINA. Una mazzata. Per Veronica Panarello la decisione del Tribunale del riesame di Catania di lasciarla in carcere è un colpo alle sue aspettative. In carcere dal 9 dicembre scorso con l'accusa di avere ucciso suo figlio Loris di 8 anni, a Santa Croce Camerina, aveva risposto grandi speranze nella decisione dei giudici che, era convinta, l'avrebbero liberata «permettendo a una madre innocente di potere piangere sulla tomba» del figlio morto e di potere «tornare ad abbracciare» quello più piccolo. Ma il Tribunale del riesame ha sposato in pieno la tesi della Procura di Ragusa, condividendo le valutazioni del Gip Claudio Maggioni che il 12 dicembre ha convalidato il fermo eseguito da polizia di Stato, squadra mobile e carabinieri della donna. A tenere in piedi l'accusa «i gravi indizi di colpevolezza». I giudici, infatti, hanno li valutati esistenti e concreti. Mentre lei era convinta di essere a un passo dalla scarcerazione. «Non mi hanno creduto, neppure i giudici... ma perchè» continua a dire senza spegnere la televisione.

Il suo stato di salute e i precedenti di due tentativi di suicidio fanno alzare l'allerta nel sistema di sorveglianza. Veronica Panarello non è isolamento, ma detenuta in 'media sicurezzà, ma guardata vista per il timore di gesti estremi.   La decisione del Tribunale del riesame di Catania di lasciare in carcere Veronica Panarello non ferma le indagini sulla morte di Loris Stival, di 8 anni. La conferma dei «gravi indizi di colpevolezza» nei confronti della mamma del bambino non chiude l'inchiesta che, sottolineano i Pm, «resta aperta». E senza perdere tempo: domani ci sarà un incontro in Procura, a Ragusa, con polizia di Stato, squadra mobile e carabinieri per «fare il punto della situazione» e valutare le «ulteriori iniziative da intraprendere».

Perchè, si sottolinea dal Palazzo di Giustizia, restano «episodi da chiarire e sviluppare», per quelli che il procuratore Carmelo Petralia e il sostituto Marco Rota chiamano «tutti gli scenari possibili». Ma non solo, si osserva: «un conto sono gli indizi di colpevolezza per un'udienza cautelare, un'altra cosa è portare prove in un eventuale processo».  E verifiche e indagini si accentrano su tre scenari: la donna ha agito da sola o ha avuto un complice che l'ha aiutata a compiere il delitto o nell'occultare il cadavere portando il corpo di Lori nel canalone di Mulino Vecchio. Tutte «ipotesi piene di criticità», per la difesa. Tutti indizi che, per il momento, per Procura e Gip di Ragusa e Tribunale del riesame di Catania portano ad una sospettata: Veronica Panarello.

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