VITTORIA. Al termine di un anno di indagini la Guardia di finanza di Vittoria, coordinata dal procuratore Carmelo Petralia, ha sequestrato, in un’operazione denominata «Amnesty», 24 fabbricati, 29 terreni, 75 mila euro in contanti, un conto corrente, e 29 milioni di euro in crediti di imposta a due vittoriesi accusati di truffa aggravata e falsità commessa da privato in atto pubblico. L’indagine è scaturita da controlli su 7 società, riconducibili a un uomo e una donna, che operano nella fornitura di servizi alle aziende, commercio all’ingrosso di frutta e ortaggi, assistenza sociale residenziale, coltivazione di ortaggi in serra, villaggi turistici. L’anomalia rilevata nelle dichiarazioni dei redditi di tutte le aziende coinvolte, comprese le ditte individuali dei due indagati, riguardava l’enorme quantità di crediti Iva vantati nei confronti dell’erario, pari a oltre 29 milioni di euro. Secondo gli investigatori, i crediti sono illecitamente maturati simulando investimenti per circa 190 milioni di euro negli anni coperti dal «condono tombale» del 2003. All’epoca i contribuenti che vi aderirono ottennero, tra l’altro, l’esclusiobne da ogni accertamento. In pratica l’amministrazione finanziaria non poteva svolgere controlli, nè tantomeno avere accesso ai documenti fiscali relativi ad acquisti e investimenti.
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