VITTORIA. Un uomo, Michele Brandimarte, esponente della 'Ndrangheta, è stato ucciso con colpi di pistola a Vittoria, nel Ragusano. La vittima è stata colpita mentre si trovava in una zona centrale del paese, all'incrocio tra la vie Roma e Cavour.
Testimoni hanno visto due uomini fuggire dopo la sparatoria, e non si esclude che siano gli assassini. Sul posto per le indagini sono presenti i carabinieri.
La vittima stava passeggiando insieme ad altre persone quando è stato raggiunto dai colpi di pistola sparati dai due sicari, scappati subito dopo in sella ad un motorino approfittando del panico e del fuggi fuggi generale.
Dalle testimonianze raccolte dai presenti, i due killer erano a bordo di uno scooter e una volta avvicinatisi a Brandimarte, uno dei due sarebbe sceso dal mezzo e avrebbe sparato all'uomo quattro colpi di pistola, per poi fuggire via approfittando del panico che la sparatoria ha creato tra la gente.
Michele Brandimarte, l'uomo di 53 anni ucciso in un agguato a Vittoria (Ragusa), era esponente di spicco dell'omonima famiglia, legata alla cosca di 'ndrangheta Piromalli-Molè di Gioia Tauro. Brandimarte aveva precedenti per 416-bis, associazione a delinquere di stampo mafioso, traffico di droga e altri reati.
La sua famiglia è stata coinvolta, negli anni scorsi, in una faida con i Priolo, altra famiglia imparentata con i Piromalli. Lo scontro andato avanti per alcuni anni ha provocato cinque morti e un ferito grave, Giuseppe Brandimarte, fratello della persona uccisa in Sicilia.
La faida ebbe inizio nel 2011 con l'uccisione di Vincenzo Priolo, di 29 anni, da parte di Vincenzo Perri (28), nipote di Brandimarte, cui seguì, sempre nello stesso anno, il tentato omicidio di Giuseppe Brandimarte, fratello di Michele. Poi, nel dicembre 2012, in pieno centro a Gioia Tauro, venne ucciso Giuseppe Priolo, di 52 anni, zio di Vincenzo e, successivamente, a gennaio 2013 si verificò l'omicidio di Vincenzo Bagalà (22), amico di Vincenzo Priolo.
Due fratelli di Brandimarte, Antonio e Alfonso, vennero arrestati l'estate scorsa nell'ambito dell'operazione "Puerto liberado" condotta dalla Guardia di finanza con il coordinamento della Dda di Reggio Calabria e che ha portato alla luce l'esistenza di un gruppo dedito all'importazione di cocaina dal Sudamerica attraverso il porto di Gioia Tauro.
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