SANTA CROCE CAMERINA. Si sarebbe avvalsa della facoltà di non rispondere Veronica Panarello, la madre di Loris Stival accusata di avere ucciso il figlio e di averne occultato il cadavere. La donna è stata sentita dal pubblico ministero di Ragusa Marco Rota e si trova ancora negli uffici della Questura ragusana.« È stata indagata mediaticamente 10 giorni prima dell'atto formale- ha detto l'avvocato Francesco Villardita - mi auguro che ora non la condannerete mediaticamente prima di una sentenza definitiva e di un regolare processo». «Non ci credo che Veronica abbia ucciso Loris, proprio non ci credo». Antonella Stival, zia paterna di Veronica Panarello, difende la nipote. «Non è stata lei - ribadisce - il mio pensiero e il mio cuore sono con lei. Ricordiamo che per il momento è soltanto in stato di fermo e quindi aspettiamo gli sviluppi dell'inchiesta. È sempre stata una mamma splendida e speciale». Antonella Stival torna a lanciare un appello alla collaborazione: «non so chi ha ucciso Loris, ma chi sa parli. Chiunque sia stato deve morire: non ci sono parole, Loris era il principino di casa. Non dormo notte e giorno - aggiunge - io difendo mio fratello Davide e la mamma». «Chiunque sia stato non lo perdono, anche se è stata lei...». Così Pina Stival, nonna del piccolo Loris, parla degli sviluppi dell'inchiesta sull'uccisione di suo nipote. La donna commossa e provata piange davanti il luogo dove il corpo del bambino è stato trovato spiegando che «è impossibile perdonare una cosa del genere». "Non possiamo andare avanti così: fino a che ci saranno i giornalisti tornerò poche volte al Mulino Vecchio. I miei figli mi hanno detto di non andarci più». Così Peppino Caggia, maresciallo dei carabinieri in pensione, in piazza a Santa Croce Camerina degli sviluppi dell'inchiesta culminati con il fermo della mamma del bambino di otto anni per omicidio aggravato e occultamento di cadavere. Alla domanda dei giornalisti se ritiene verosimile la ricostruzione del delitto da parte dell'accusa, Caggia dice di non volere commentare poi si lascia sfuggire un «purtroppo sì, ma chi potrebbe fare del male a un bimbo di otto anni....».