SANTA CROCE CAMERINA. Nove giorni dopo il ritrovamento del piccolo Loris Stival nel fosso di contrada Mulino Vecchio a Santa Croce Camerina, è arrivato il momento della verità per Veronica Panarello. La Procura di Ragusa rompe gli indugi e convoca la madre del bambino per interrogarla e chiarire una volta per tutte cosa accadde quella maledetta mattina di sabato 29 novembre. La svolta nell'inchiesta, di cui si parlava ormai da qualche giorno, sembra dunque arrivare. «Procederemo per cerchi concentrici, cercando di avvicinarci sempre più all'ultimo cerchio» aveva detto quattro giorni fa il procuratore di Ragusa Carmelo Petralia. E così hanno fatto gli investigatori e i magistrati, che ritengono ormai di avere a disposizione tutti gli elementi a sostegno della loro ipotesi.
Nelle ultime 48 ore infatti si è lavorato per mettere in fila proprio questi elementi e poterli così contestare alla donna, il cui racconto va a sbattere con le verifiche e i riscontri fatti da polizia e carabinieri. E non sono pochi i punti che il procuratore e il sostituto Marco Rota vogliono chiarire. Mezze verità, buchi e contraddizioni che la donna dovrà ora spiegare. Perchè, ad esempio, Veronica ha detto che quella mattina Loris è andato a scuola quando invece una telecamera riprende il piccolo tornare a casa? Perchè ha detto di essere arrivata con l'auto nei pressi della Falcone e Borsellino quando invece ben 4 telecamere non 'vedonò la Polo nera passare nell'orario indicato? E cosa è successo davvero in quei 36 minuti in cui è rimasta sola con Loris nell'appartamento di via Garibaldi? Ed infine, cosa ha fatto nei 6 minuti che ha 'persò nei pressi della strada che porta al Mulino Vecchio?
Per avere le risposte, polizia e carabinieri si sono presentati a casa della donna poco dopo le 17, tra una selva di telecamere e curiosi che erano lì fin dalla mattina. Meno di venti minuti e Veronica, con un giaccone blu e un cappuccio che le copriva interamente il volto, è salita su una delle tre auto. Anche questa volta, a sostenerla, c'era anche il marito Davide che l'ha accompagnata in Procura e che è stato sentito anche lui. La madre di Loris, ribadisce il suo legale Francesco Villardita, è «sentita senza essere indagata, nè tantomeno fermata o arrestata». Una posizione che però potrebbe cambiare al termine dell'interrogatorio. A Veronica magistrati e i investigatori hanno chiesto anche una spiegazione plausibile alla vicenda delle fascette, un aspetto che molti non escludono possa essere una sorta di messaggio che la donna abbia voluto mandare. Quando le due maestre di Loris si sono presentate a casa della famiglia Stival per fare le condoglianze, lunedì scorso, Veronica ha infatti dato loro un mazzo di fascette di plastica di quelle da elettricista dicendo che il piccolo le aveva detto che sarebbero servite per dei lavoretti a scuola. Sorprese, entrambe le maestre hanno spiegato di non aver mai chiesto ai bambini di portare oggetti così pericolosi in classe. Ma le fascette che Veronica ha consegnato sono compatibili con quelle con cui è stato ucciso e legato il piccolo Loris. Che è morto tra le 9 e le 10.30, un orario compatibile con quei 36 minuti in cui i due sarebbero rimasti soli in casa.
Il padre di Loris: se è stata Veronica mi cade il mondo addosso. "Se è stata davvero lei mi cade il mondo addosso, non ci posso credere...". Lo ha detto David Stival, il padre di Loris, agli investigatori a palazzo di Giustizia dove è entrato circa quattro ore fa insieme alla moglie Veronica Panarello.
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