SANTA CROCE CAMERINA. ''L'autopsia e il Dna daranno tantissime risposte". Lo ha detto Orazio Fidone, il cacciatore che sabato scorso ha ritrovato il corpo del piccolo Loris, intervistato questa mattina a "Mattino 5". "Dobbiamo ricostruire l'immagine di questo paese, abbiamo bisogno di serenità. Ricostruite l'immagine di questo paese, ve ne saremo grati tutti" ha concluso. "Un caffè lo offro con piacere ai giornalisti, purché lasciate in pace il paese: se volete parlate con me che oramai mi trovo in questa situazione". Lo ha affermato Orazio Fidone, il cacciatore indagato come atto dovuto nell'inchiesta sulla morte di Loris Stival, invitando al bar i cronisti presenti in piazza a Santa Croce Camerina. Sul suo stato di indagato Fidone dice: "Se è questo il prezzo che devo pagare per dare pace al paese sono pronto a subire tutto. Sono contento della solidarietà che ho ricevuto dalla mia comunità - ha sottolineato - ma lasciate in pace i bambini delle scuole: sono molto scossi. Ho due nipoti che per due giorni non solo non mi hanno parlato, ma non mi hanno neppure guardato". Esami su Gps per verificare percorso auto. Nuove indicazioni sul percorso seguito il 29 novembre scorso, giorno della scomparsa di Loris, dall'auto della madre potranno venire dall'esame del rilevatore Gps presente sulla vettura. Tecnici stanno cercando di accertare se è possibile estrapolare dati utili. "La mamma di Loris ha autorizzato volontariamente l'acquisizione del Gps - spiega il legale di Veronica Panarello, l'avvocato Francesco Villardita - che era stato istallato nella sua auto nell'ambito di un contratto stipulato con la compagnia assicurativa. Non è stato sequestrato, così come la Polo: è acquisita agli atti dell'inchiesta perché la mia assistita non è indagata. Ed è estranea ai fatti". La preside: maestre mi hanno parlato delle fascette. "Secondo quanto mi hanno raccontato le maestre, la mamma di Loris quando sono andate a trovarla per farle le condoglianze ha consegnato loro delle fascette per farle vedere" perché avrebbero fatto parte di un lavoro non concluso a scuola. Lo afferma la preside della Falcone-Borsellino di Santa Croce Camerina, Giovanna Campo, su ricostruzioni di stampa, "escludendo che a scuola siano state chieste fascette: sono oggetti pericolosi" e "nessuno ne ha portate in aula, se non di nascosto".