VITTORIA. È finito con una condanna con il rito abbreviato alla pena di 4 anni ed otto mesi di reclusione ed un patteggiamento allargato alla pena di 3 anni e sei mesi il processo ai danni dei due presunti rapinatori bloccati dalla polizia all’uscita dalla gioielleria, dove avevano appena messo a segno una rapina il 7 novembre dell’anno scorso.
Pietro Noto, pregiudicato, di 40 anni, difeso dall’avvocato Giuseppe Di Stefano, è stato condannato con l’abbreviato visto che a causa dei precedenti non ha potuto accedere al patteggiamento. Il pm Alessia La Placa aveva chiesto la condanna dell’uiomo a 5 anni e due mesi di recluisione mentre l’avvocato difensore il minimo della pena. A patteggiare è stato Graziano Argetta, 36 anni, incensurato, originario di Gela, ma da qualche tempo residente a Vittoria, difeso dall’avvocato Salvatore Macrì. Le due pene sono state applicate dal giudice delle udienze preliminari del Tribunale di Ragusa, Giovanni Giampiccolo. I due rapinatori sono stati bloccati dagli agenti del commissariato mentre fuggivano con un sacco nero in mano, pieno di gioielli portati via dal negozio in via Cavour, a due passi da via Fanti. Il locale è gestito da due anziani gioiellieri.
Hanno approfittato di un momento in cui la porta era aperta, forse perché erano appena usciti dei clienti, e si sono introdotti all’interno, dopo aver infilato berretto e passamontagna. Nella via Cavour piena di passanti, però, qualcuno si è accorto di ciò che era accaduto ed ha avvertito la polizia. La volante, che si trovava nella zona, è intervenuta subito e gli agenti sono riusciti a bloccare i due malviventi proprio mentre uscivano dalla gioielleria con un sacco nero in mano. Sotto la minaccia delle armi avevano costretto la titolare ad aprire la cassaforte ed avevano arraffato quanto possibile. Poi si erano scagliati contro il marito che era entrato da una porta che collegava all’abitazione e lo avevano scaraventato a terra. Nella fuga, armi in pugno, hanno impattato contro i due poliziotti. Uno di loro ha intimato di abbassare l’arma. Noto non l’ha fatto, anzi ha reagito puntandola contro il poliziotto. Questi, a sua volta, ha intimato per la terza volta di abbassare l’arma, chiamandolo per nome. Il rapinatore, vistosi riconosciuto, ha obbedito e si è lasciato ammanettare insieme al suo complice. Noto, peraltro, si trovava agli arresti domiciliari per un tentato omicidio che risale all’agosto 2010.
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