ISPICA. «Sono costretta ad un gesto forte per difendere il diritto al lavoro dei miei figli calpestato nella forma più ignobile». Queste le parole di Delfina Puglisi, madre di Uccio e Alberto Milana, che mercoledì sera è entrata nel chiosco di piazza Unità di Italia e si è incatenata dinanzi ad una nutrita folla che manifestava solidarietà e al gruppo dei Forconi. Per nulla stremata dal mese di presidio simbolico della struttura e dai 10 giorni di sciopero della fame, Delfina, donna sempre rispettosa delle leggi e della città, ha voluto compiere un gesto simbolico per gridare le sue ragioni, cioè che la gestione del chiosco spetta ai suoi figli. «L'ho fatto per i miei figli. L'ho fatto perché il sindaco e i suoi fedelissimi ci hanno ingannati. L'ho fatto perché nella mia città nel 2014 è stato espletato un bando pubblico per il nuovo affidamento, nonostante ufficialmente non sia stata mai revocata alla ditta Listro, e quindi ai miei figli, la concessione del suolo pubblico in cui il chiosco sorgeva e sorge. È inammissibile - dice la Puglisi - che, nonostante un ricorso al Tar già depositato per mancata revoca della vecchia concessione e tre diffide protocollate al Comune contro la legittimità di questo bando, la gara sia stata espletata e il chiosco sia stato dato a chi ha offerto il 150% in più». ALTRE NOTIZIE SUL GIORNALE DI SICILIA IN EDICOLA OGGI