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Chiaramonte Gulfi, richiedenti asilo: dubbi su appalto

CHIARAMONTE GULFI. Venticinque giovani ospiti in sei case, sparse per la città. È questa la veste del progetto Sprar, a Chiaramonte Gulfi. Per loro, rifugiati politici o richiedenti asilo, lavorano circa venti operatori della cooperativa "Nostra Signora di Gulfi. Ma il progetto, iniziato nel 2014, da alcuni mesi, è nell'occhio del ciclone. Una commissione d'indagine del consiglio comunale ha rilevato presunte anomalie nella procedura seguita dal Comune per individuare il soggetto gestore del progetto. L'Opera Pia Rizza Rosso, che opera a Chiaramonte li ha segnalati all'Autorità garante per l'Anticorruzione. Nell'autunno 2013, il bando del Comune, con la procedura della "manifestazione di interesse", aveva visto partecipare due soggetti: la "Nostra Signora" è prevalsa rispetto alla Fondazione San Giovanni Battista che, a sua volta, aveva un protocollo d'intesa con l'Opera Pia Rizza Rosso per la gestione del progetto. A settembre, l'Autorità Garante, con una delibera, ha pesantemente censurato l'operato del Comune. A questo punto cosa accadrà?

«Noi abbiamo chiesto al Ministero degli Interni - risponde il sindaco Vito Fornaro - come dobbiamo comportarci. L'ANC contesta la procedura della manifestazione di interesse, afferma che abbiamo violato le norme dei bandi di gara. Ma ci risulta che, in Italia, la maggior parte dei comuni ha seguito questa procedura. Di certo l'hanno seguita tutti i comuni della provincia. Qualcuno ha scelto persino l'affidamento diretto. Il ministero ci dirà cosa dobbiamo fare. Nel frattempo, abbiamo chiesto l'autorizzazione a pagare i 130.000 euro della prima tranche dovuta alla cooperativa, che il consiglio comunale ci aveva chiesto di bloccare». In via Marconi, c'è la sede della "Nostra Signora". «Noi siamo tranquilli - spiega il presidente Gianvito Distefano - abbiamo seguito le procedure richieste dal comune, uguali a quelle degli altri comuni». Distefano ed i suoi collaboratori gestiscono due progetti Sprar (a Vittoria e Chiaramonte) ed una comunità per minori. «Il nostro progetto - aggiunge Distefano - dà lavoro a circa venti giovani di Chiaramonte. In un paese con un alto tasso di disoccupazione giovanile, non è poco. I nostri ragazzi sono perfettamente integrati nel territorio».

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