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Malattie infettive, piano per gli sbarchi nel Ragusano

Vertice in Prefettura per annunciare le procedure certe e standardizzate che verranno seguite nel momento in cui arriveranno gli extracomunitari

RAGUSA. Il numero di migranti sbarcati in Sicilia dall’inizio dell’anno ha toccato quota 140 mila, 23 mila dei quali, in 96 sbarchi, nella sola Pozzallo e la Regione, per prima in Europa, ha stilato un piano contro le malattie infettive, presentato dapprima a Palermo ed ieri a Pozzallo, diventata avamposto del Vecchio Continente dopo la chiusura del centro di accoglienza di Lampedusa. Un sistema che prevede procedure certe e standardizzate al momento dello sbarco per individuare eventuali casi sospetti, oltre che la divisione dei compiti tra gli operatori sanitari e i volontari. Tra le malattie monitorate con particolare attenzione c’è anche l’ebola.

Il piano di contingenza sanitaria per i migranti è stato presentato ieri in Prefettura dal responsabile Migrazione dell’assessorato regionale alla Salute Francesco Bongiorno alla presenza del prefetto Francesco Vardè e del direttore generale dell’Asp 7 Maurizio Aricò. Uno degli aspetti più nuovi del piano è l’obbligo degli ispettori sanitari dell’assessorato di entrare nei centri di accoglienza per monitorare le condizioni igienico-sanitarie, recependo così le indicazioni ministeriali. Finora infatti i centri non sono stati sottoposti a un monitoraggio costante.  «Il piano di contingenza sanitaria - afferma Francesco Bongiorno, responsabile Migrazione dell’assessorato - è stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale della Regione siciliana il 3 ottobre, giorno del primo anniversario del naufragio di Lampedusa. Dietro questo lavoro c’è un grande sforzo. Per oltre 100 malattie infettive sono state redatte delle schede in modo che ogni operatore, al momento dello sbarco, abbia uno strumento per saperle eventualmente riconoscere e agire di conseguenza. La Sicilia è la prima regione in Europa che si dota di un piano del genere». Il piano prevede il triage obbligatorio al molo da parte dei medici dell’Asp e l’accoglienza affidata ai volontari della Croce Rossa e di altre associazioni di volontari.

Ha aperto i lavori il prefetto Vardè che ha ringraziato i rappresentanti dell’assessorato regionale alla Salute per avere voluto scegliere Ragusa come prima provincia per un confronto operativo su uno strumento di grande importanza che tende a valorizzare il coordinamento tra gli enti e le realtà di volontariato impegnate sul territorio: è, infatti, la collaborazione tra le Istituzioni. Il direttore dell’Asp Maurizio Aricò ha illustrato i contenuti del nuovo sistema operativo finalizzato ad affrontare al meglio gli aspetti sanitari del fenomeno connessi ai consistenti flussi migratori che stanno interessando la Sicilia, attraverso una gestione efficiente delle risorse, procedure e modalità univoche e risposte efficaci ai molteplici rischi per salute sia durante le operazioni di sbarco, che all’interno dei centri di accoglienza. Il Prefetto, a conclusione, ha precisato che a livello locale il sistema operativo finora attuato secondo il vigente “Piano provinciale di soccorso e assistenza in emergenza sbarchi” è risultato efficace e che, pertanto, si tratta di allineare le procedure in atto con gli indirizzi del nuovo piano di contingenza, salvaguardando le buone pratiche già sperimentate con efficacia ed efficienza organizzativa e gestionale.

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