MODICA. Oramai è una «guerriglia» giornaliera tra opposte fazioni. Anche domenica sera la zona di piazza Matteotti, che comprende il «Carmine» e piazza Albanese, è stata teatro di scontri tant'è che le forze dell'ordine sono state costrette a mantenere un presidio permanente fino a tarda sera. Ed ora il sindaco Ignazio Abbate chiede un incontro con il Comitato per l'Ordine e la Sicurezza Pubblica. Decisione, peraltro, sollecitata anche da vari esponenti politici.
Il capogruppo consiliare di "Fare Modica", Andrea Caruso ha chiesto l'installazione delle telecamere di videosorveglianza e l'aumento dei controlli nel quartiere San Paolo ad opera della polizia municipale. Stessa richiesta è stata avanzata dal consigliere comunale Alessio Ruffino il quale si concentra su Modica Alta, compreso il consigliere comunale, Tato Cavallino il quale, oltre a sollecitare un aumento di controlli del territorio con il supporto degli agenti della polizia municipale, chiede di redigere un piano di sicurezza. «Le ultime vicende hanno seminato paura tra la cittadinanza — afferma il sindaco Abbate —. Non possiamo assistere ad episodi simili rimanendo in silenzio. Entro fine mese saranno installate 15 elecamere in diversi punti strategici della città individuati dalle forze dell'ordine».
Intanto, monta la protesta degli esercenti. «È una situazione insostenibile — lamentano alcuni —. Questi ripetuti episodi, oltre a ingenerare paura, ci sta creando un danno d'immagine ed economico». E poi c’è la ritorsione. Sabato, dopo il ferimento del cane di proprietà del ventenne ferito, a sua volta, pochi giorni prima, una trentina di coetanei modicani, armatissimi di spranghe e bastoni che avevano nascosto in via Pellico, si sono diretti nella casa dove risiedono i tunisini che starebbero generando questo stato di cose. Avrebbero messo a soqquadro l'abitazione considerato che la persona cercata non si è fatta trovare. «È da mesi che segnaliamo la presenza di un gruppetto di tunisini — dice un frequentatore della zona — che assume atteggiamenti prevaricatori, ma non siamo stati presi in considerazione».
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