RAGUSA. In assenza di risposte concrete dal mondo politico ci sarà un altro 16 gennaio 2012. Ovvero una nuova protesta eclatante del Movimento dei Forconi per smuovere le acque. Lo ha dichiarato ieri mattina in piazza San Giovanni, davanti alla sede del Tribunale, Mariano Ferro, che ha anche detto di avere ricevuto l’avviso di conclusione indagini per quella manifestazione. «Un bel regalo - ha detto Ferro - ma non possiamo fermarci. Anche la provincia di Ragusa è in ginocchio eppure fino a pochi anni fa era un’isola nell’isola. Venendo a Ragusa da Avola ho però visto tanti negozi importanti di Modica ma anche del Capolugo ibleo, in mano ai cinesi. È il chiaro segnale che la crisi ha fatto vittime anche in una realtà sana come quella ragusana. Adesso andremo dal procuratore capo per autodenunciarci perchè ostacoliamo gli uffici giudiziari chiamati a liberare le case messe all’asta per poche migliaia di euro. Un caso su tutti. A Vittoria è stata venduta all’asta per 12 mila euro un’abitazione di 140 metri quadrati perchè i proprietari, due agricoltori pensionati con un figlio disabile, non hanno pagato il mutuo. Prima di essere denunciati, lo facciamo noi». I Forconi chiedono l’utilizzo dei fondi europei per lo sviluppo per risolvere la crisi dell’agricoltura e il blocco delle procedure esecutive. Quello di ieri è stato il terzo giorno di protesta per il movimento dei Forconi sul sagrato di San Giovanni Battista difronte alla sezione delle Esecuzioni immobiliari del Tribunale che dal primo agosto scorso opera al primo piano dell’ex Palazzo Ina. La prossima settimana il movimento dei Forconi presenterà un esposto al prefetto ed al procuratore della Repubblica sull’utilizzo e la gestione dei fondi ex Insicem, ieri il leader Ferro è stato infatti ricevuto dal presidente della Camera di Commercio Peppino Giannone.
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Ragusa, la crisi e i Forconi: pronto altro blocco
Quello di ieri è stato il terzo giorno di protesta contro le aste giudiziarie sul sagrato di San Giovanni Battista difronte alla sezione delle Esecuzioni immobiliari del Tribunale che ora opera al primo piano dell’ex Palazzo Ina
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