RAGUSA. La galleria del costume in un percorso itinerante che possa fare rivivere i fasti dell’antico maniero di Donnafugata. Gli abiti e gli accessori di fine Ottocento della prestigiosa collezione Arezzo di Trifiletti avranno uno spazio adeguato nelle stanze del castello di Donnafugata e saranno custoditi all'interno di teche. Si attende il nulla osta della Soprintendenza ai beni culturali e la perizia dei tecnici incaricati per allestire le teche, per realizzare il Museo del Costume, nei bassi del castello, dove troveranno spazio i quattromila abiti della collezione Arezzo. Un museo “itinerante” con sessanta esposizioni tematiche che potranno trovare spazio all’interno degli eventi culturali promossi dall’amministrazione comunale. «Stiamo lavorando con i tecnici e i funzionari della Soprintendenza - spiega l'assessore alla Cultura del Comune di Ragusa, Stefania Campo - per allestire una galleria, nei bassi del castello, con tutti i requisiti necessari, non ultimo le condizioni di sicurezza ottimali per questa straordinaria collezione». Un laboratorio specializzato avrà il compito, due volte l’anno, di restaurare gli abiti. «Gli indumenti necessitano di un’attenzione particolare con condizioni climatiche ideali –a ggiunge l'assessore - la luce non deve essere naturale e diretta ma artificiale e preferibilmente di colore blu. La nostra idea progettuale è di realizzare qualcosa di unico per la città di Ragusa. Non una sede museale statica ma un percorso itinerante che possa raccogliere le migliori idee e sfruttare, nel modo migliore, le tante occasioni di sviluppo culturale per la nostra comunità». Eppure in tanti, tra i turisti e vacanzieri, attendono l’apertura imminente del Museo del costume. Il consigliere comunale Giorgio Mirabella parla di un’occasione mancata per la città di Ragusa. Con costi, per la realizzazione della struttura museale, che saranno esosi per le casse dell’ente. «Un buon amministratore avrebbe dovuto pianificare anzitempo i costi e gli interventi di natura progettuale - sostiene Mirabella - con un’attenta e oculata programmazione tra i vari assessorati di riferimento. È l’ennesima dimostrazione della scarsa collaborazione tra assessorati al Turismo e allo Spettacolo». Una corsa contro il tempo per realizzare, nel più breve tempo possibile, la struttura museale. Anche sui social network tanti i messaggi di “speranza”. «Un museo vive e raggiunge il suo obiettivo quando il pubblico è coinvolto e quando ne è stimolata la sua partecipazione – spiega Giuseppe Nuccio Iacono -. Il tempo passa e si perdono occasioni a portata di mano. C’era, ad esempio, la possibilità di utilizzare una selezione della collezione seguendo un tema ben preciso e mirato a suscitare interesse tra i turisti, visitatori e residenti, magari inserito nel programma degli eventi estivi. Un ottimo ossigeno economico si sarebbe aggiunto alle casse del castello e quindi alle sue necessità di tutela, promozione e valorizzazione». Una progettazione museale ad ampio respiro. «Per poter sfruttare con idonee proposte di marketing turistico il legame con l'imperdibile Expo 2015 - aggiunge Iacono - occasione dove la galleria del costume potrebbe essere una polarità, un motivo di novità culturale e di attrazione per un pacchetto turistico agevolato dalla tratta aerea Milano-Comiso. Se correttamente interpretata, si rafforzerebbe anche la sua proiezione internazionale specie per gli importanti riferimenti mediati dalla particolarità di certi pezzi esposti. Anche parzialmente aperta al pubblico, secondo tematiche su accessori e sezioni sul costume, per quella data sarebbe una risorsa per l’economia locale».
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