MODICA. «Gli illeciti fiscali imputati ai tre ultimi dirigenti del Modica Calcio sono da riferire alle precedenti gestioni, in quanto commessi dal 2009 al 2012». Lo sottolinea l'ufficio legale dell'attuale società riguardo all'inchiesta della Finanza che ha portato al sequestro per equivalente di beni mobili e immobili, sino alla concorrenza di 319.947 euro nei confronti di tre imprenditori. Per l'avvocato Emanuele Ciaceri Guerrieri, la documentazione fiscale riguardante le fatturazioni e la conseguente Iva da versare era in possesso della Finanza perché sequestrata alla precedente gestione Cundari, quindi l'attuale dirigenza non avrebbe potuto materialmente presentare. «Avrebbero dovuto consegnarci - spiega il presidente Pietro Bellia - l'Iva riscossa e non versata per il 2012 da Piero Cundari che, però, non l'ha fatto. I debiti contratti con la pubblica amministrazione, sebbene a nome di un'associazione dilettantistica, sono di responsabilità piena e diretta del legale rappresentante. L'accordo sottoscritto tra le parti dichiarava una concorrenza dell'Iva a gravare sulle casse della società per 37.000 Euro, che noi abbiamo deciso di accollarci nonostante il diritto di lasciare in capo al responsabile precedente il debito verso l'erario. La concorrenza dell'Iva era 10 volte maggiore. Tuteleremo, a questo punto, la nostra dignità e immagine con le iniziative che il nostro ufficio legale riterrà di mettere in atto».
L'ex presidente Piero Cundari replica: «Quando abbiamo ceduto la società, ad inizio dicembre 2013, abbiamo chiarito ogni cosa agli acquirenti, specificatamente Bellia, Sebastiano Failla e il loro consulente, Basile. Hanno firmato l'atto di passaggio, dunque, sapevano del debito Iva fino a 37 mila euro. Poi, però, non hanno presentato la necessaria dichiarazione. Personalmente mi contestano la mancata presentazione della dichiarazione dei redditi e la dichiarazione Iva per il periodo 1 giugno 2010-31 maggio 2011, ma io sono subentrato nel novembre 2011 quando rilevai la società da Gianni Iacono, presidente pro tempore. Non ho mai conosciuto, invece, il predecessore, Radenza».
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