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Ragusa, risse e droga a Punta Braccetto: mamme in rivolta chiedono sicurezza per i figli

RAGUSA. Mamme e nonne in rivolta: chiedono legalità ed un’estate tranquilla per i loro figli e nipotini. Dopo le liti tra extracomunitari che si sono registrate a Punta Braccetto nelle ultime ore, probabilmente legate al controllo del mercato illegale dello spaccio di droga, un gruppetto di donne residenti nella frazione balneare ragusana è sceso in campo. Le donne si sono costituite spontaneamente in una sorta di comitato dei residenti perché particolarmente preoccupate soprattutto per bambini e anziani che possono rischiare di trovarsi in mezzo tra i contendenti in un’eventuale nuova rissa che potrebbe scoppiare da un momento all’altro. Per questa ragione ieri mattina sono salite in macchina ed hanno incontrato il maggiore Alessandro Coassin, comandante la Compagnia Carabinieri di Ragusa.
Del gruppo facevano parte donne di tutte le età ed anche una bambina, ha confermato il maggiore Coassin. L’ufficiale ha detto al Comitato della frazione balneare che i Carabinieri sono presenti in zona e puntano a debellare lo spaccio in tempi brevi. A fare da deterrente saranno le gazzelle che con la loro presenza costante impediranno di fatto il mercato illegale.
Già i carabinieri erano a conoscenza del clima elettrico che regnava a Punta Braccetto e per questo già da martedì, subito dopo la lite avvenuta verso ora di cena, hanno incrementato la presenza di pattuglie in uniforme lungo la via Canalotti tra il ponte e la rotatoria e lungo la via Salina fino alla spiaggia. In passato diversi arresti e sequestri di droga sono stati operati in questa zona. I militari puntano ad assestare presto qualche colpo contro questo pugno d’irriducibili venditori di veleno.
La prima lite si è consumata domenica quando un uomo era finito alla guardia medica. I carabinieri intervenuti hanno capito subito che la vittima stava in qualche maniera coprendo l’aggressore. Egli infatti non ricordava bene come fosse la persona che lo aveva picchiato, mentre per alcuni testimoni i due si conoscevano. Peraltro il ferito non aveva nessuna intenzione di proporre querela, anzi sembrava che stesse indirizzando i carabinieri altrove rispetto a dove ritenevano di dover investigare. Quasi identico copione martedì. Anche se in questo caso pare che fossero in più persone a picchiare uno che all’arrivo delle autopattuglie è stato trovato malconcio in terra. Anche in questo caso il ferito non sapeva nulla sui motivi dell’aggressione. I carabinieri di Ragusa sospettano che dopo la retata dell’operazione “Biberon” che lo scorso 15 febbraio ha decapitato un gruppo di tunisini dediti allo spaccio di cannabinoidi con nove ordinanze di custodia cautelare in carcere a cura del Nucleo investigativo provinciale, la piazza dello spaccio si sia spostata dal troppo visibile piazzale di una nota pizzeria di Santa Croce al più discreto borgo di Punta Braccetto dove però già operava un altro gruppo. Con l’arrivo dei primi caldi e dei turisti l’attività è finita sotto gli occhi di molti anche perché gli spacciatori non si curano di tener segreto della loro attività delittuosa ma operano e litigano davanti ai residenti.

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