SIRACUSA. Hanno divelto il cancello d'ingresso che porta all'interno dell'area archeologica di Thapsos, nei pressi della penisola Magnisi, e dopo avere indossato l'attrezzatura subacquea che avevano in dotazione si sono buttati in mare raccogliendo in poco meno di due ore circa trecento ricci.
Una battuta di pesca particolarmente fruttuosa (ma totalmente illegale se si considera che la normativa nazionale consente la pesca di 50 esemplari e soltanto in alcuni periodi dell'anno) che è stata bruscamente interrotta da una pattuglia di agenti del commissariato di polizia di Priolo, che ha sorpreso i pescatori con le mani nel sacco, e dalla Squadra Nautica intervenuta sul posto in un secondo momento su richiesta dei colleghi per restituire al mare il pescato.
Hanno rimediato una denuncia a piede libero ed una multa salatissima i siracusani P.C., 51 anni, e A.I., 37 anni.
I due uomini si sono visti contestare dalla polizia il reato di danneggiamento in relazione al cancello metallico dell'area archeologica di Thapsos che, secondo gli inquirenti, sarebbe stato divelto da entrambi per consentire loro l'accesso nel sito e raggiundere agevolmente lo specchio di mare antistante. Da lì avrebbero potuto realizzare la battuta di pesca interrotta, però, dall’intervento dei poliziotti.
Gli indagati sono stati anche sanzionati con una multa di quattromila euro per avere praticato la pesca illegale di un numero eccessivo di ricci (la Squadra Nautica ne ha contati complessivamente trecento) la cui raccolta non è consentita dalla legge.
Ai due uomini gli agenti di polizia hanno sequestrato l'attrezzatura subacquea che era in loro possesso. I ricci sono stati invece presi in consegna dagli uomini della Squadra Nautica che hanno provveduto a rigettare in mare l'illecito pescato.