CHIARAMONTE GULFI. «Un lavoratore disabile, in una famiglia abbiente, è un diversamente abile; se nasce in una famiglia normale, rischia di avere minori possibilità e di rimanere ai margini della vita sociale e lavorativa». Giovanni Leonardo Damigella, imprenditore del marmo, originario di Grammichele, ma residente a Chiaramonte, ha creato nella sua azienda una struttura originale: ha realizzato, ex novo, un capannone, lo ha dotato di attrezzature adeguate e lo ha consegnato ad una cooperativa sociale di giovani diversamente abili. Si chiama “PietrAngolare”. I soci sono quattro e la presidente è Gina Mezzasalma, di Pedalino. «Nel laboratorio - spiega - sono state montate attrezzature d'avanguardia. Con esse, è possibile lavorare e produrre manufatti della pietra: bassorilievi, serigrafie, oggettistica, oggetti sia dell'arte civile che dell'arte funeraria. Con queste macchine, la disabilità non sarà un handicap. Anche nella mia azienda lavorano quattro disabili, perfettamente inseriti nel ciclo produttivo». Il progetto era stato presentato quattro mesi fa a Chiaramonte: a coordinarlo, era stato il prefetto, Annunziato Vardè, che ha invitato i Comuni ad affidare delle commesse a questa cooperativa. I giovani potranno produrre le tabelle della toponomastica e numeri civici. Un primo progetto potrebbe essere avviato a Chiaramonte Gulfi. Il sindaco, Vito Fornaro, ha accolto di buon grado l'iniziativa. Ora bisognerà verificarne la fattibilità. Il deputato regionale Nello Dipasquale, presente in rappresentanza dell'assessore regionale al Turismo, Michela Stancheris, ha spiegato che la Regione cercherà di sostenere questi progetti nell'ambito dei fondi comunitari 2014-2020. Per la presentazione del progetto e la "consegna delle chiavi" c’erano il prefetto Vardè, il sindaco Fornaro, il generale della Guardia di Finanza, Domenico Achille, il docente universitario di Psicologia Orazio Licciardello, Aurelio Guccione, del Consorzio "Città solidale", padre Giuseppe Damigella, priore dei Domenicani di Catania, Gina Mezzasalma. «Le leggi - spiega Damigella - consentono l'affidamento di lavori a questo tipo di cooperative fino ad un importo di 40.000 euro». Oltre ai numeri civici, si pensa ad altri progetti: «Dopo le ferie - continua - avvieremo la collaborazione con un mosaicista, che potrà guidare i ragazzi nell'apprendimento di questa tecnica. Si potrà imparare anche la tecnica di lavorazione della pietra lavica, che può fondere a 1200 gradi e permettere vari tipi di produzione. Ma non sarà un corso di formazione fine a se stesso, come tanti: è un progetto vero, i ragazzi inizieranno a lavorare e produrre. Ho fornito il laboratorio, in comodato d'uso gratuito. Avranno il mio sostegno sempre. Il resto lo faranno loro, con una gestione aziendale assolutamente autonoma».
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