SCICILI. Fango, cattivo odore e zanzare. La spiaggia di Micenci, sulla quale s'affaccia la centralissima via Lido, continua ad essere «ko». Villeggianti e bagnanti, per prendere il sole e fare un bagno, debbono spostarsi di qualche centinaio di metri con i disagi che ne derivano per il carico di ombrelloni, sedie sdraio e quanto serve per il mare. Non accenna a rientrare la problematica che riguarda le acque sotterranee che caratterizzano il luogo, famoso fin dall'antichità per la presenza di sorgenti di acqua dolce che hanno dato il nome a Donnalucata, in arabo Ain Lukat, fontana delle ore. Ed il guaio deriva dall’otturazione della sorgente maggiore le cui acque avrebbero preso direzioni diverse nel sottosuolo della spiaggia fino a farla diventare un acquitrinio dove comunque escludono presenze di liquami di fogna. Grandi e piccoli, una volta in spiaggia, sono costretti a passare in mezzo al fango che si è creato in spiaggia. «Sono stato attratto dagli incantevoli scenari riprodotti nella serie tv de “Il Commissario Montalbano” e mi sono recato a visitare Scicli e le zone costiere - racconta Dario da Napoli -; uno spettacolo indecoroso si è presentato davanti ai miei occhi quando ho messo piede sul lido Micenci. Appena all'ingresso sono stato accolto da un forte odore di muffa e girando lo sguardo ho notato una grande parte di spiaggia completamente acquitrinosa e ricoperta da un tappeto verde di vegetazione. Ma non è finita. Proseguendo il cammino verso levante la spiaggia è apparsa interamente ricoperta di residui edilizi probabilmente riversati sulla spiaggia da qualche proprietario delle case prospicienti alla spiaggia. Questo squallore rende assolutamente spropositate le richieste economiche dei proprietari per il fitto estivo». Questo uno dei tanti commenti che ogni giorno si raccolgono sulla spiaggia di Micenci, un tempo famosa per i suoi tornei sulla sabbia, per le sue serate nell'antico chalet che i meno giovani ricordano con nostalgia. «Stiamo registrando una pioggia di disdette di affitti a Donnalucata - afferma un cittadino, Salvatore Calabrese -; turisti che arrivano nella bella borgata, vedono il pantano di Micenci e richiedono la restituzione della caparra ai proprietari delle case. Un vero dramma». Il prossimo 18 luglio, intanto, si terrà una conferenza di servizio fra il Comune ed il Dipartimento provinciale di Protezione civile: «all'esame il progetto di risanamento al quale si sta lavorando», spiega l'assessore ai Lavori pubblici, Pino Savarino.
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