RAGUSA. Il Partito democratico, che ha preso le distanze dal resto dell'opposizione in merito alla vicenda del bando per l'igiene ambientale in particolare modo sul punto che riguarda l'assunzione di dodici dipendenti che erano stati assunti dalla ditta Busso al di fuori delle previsioni del capitolato, interviene invece sulla gestione delle acque potabili.
Giorgio Massari e Mario D'Asta ricordano che la gestione "è affidata, da ben quindici anni, mediante tre procedure aperte (tante quanti sono i lotti), a cooperative sociali di tipo B".
Il servizio è stato oggetto di diverse proroghe, che secondo i due esponenti del Partito democratico sarebbero illegittime. Ma la questione che preoccupa maggiormente Massari e D'Asta è quella del nuovo bando che accorpa tutto il servizio in un unica gara con il risultato - secondo i due consiglieri - di tagliare fuori le cooperative sociali.
"Nella determina in questione - aggiungono ancora i due consiglieri del Partito democratico D'Asta e Massari - viene richiesto, a dimostrazione della capacità economico-finanziaria, un fatturato globale d'impresa conseguito negli ultimi tre anni, non inferiore a 6 milioni di euro, e un fatturato riferito alla gestione di servizi idrici, non inferiore a 2 milioni e mezzo di euro». Per Massari e D’Asta quello che si ta verificando «è una ulteriore violazione del dettato di legge... L'abnorme entità dei volumi d'affari richiesti esclude dalla gara, di fatto, le piccole e medie imprese, decretando la fine delle cooperative sociali operanti sul territorio ragusano".
C'è poi anche il rischio della perdita di dodici posti di lavoro. Su questo punto, tuttavia, c'era stato un incontro tra l’amministrazione comunale ed i rappresentanti sindacali. Nel corso dell’incontro era stato assicurato che agli operatori, in qualche modo, sarebbe stato assicurato il posto di lavoro.