Fascia costiera, niente interventi edilizi: la giunta di Ragusa approva un atto di indirizzo
RAGUSA. La questione relativa alla costruzione o meno di strutture a servizio della balneazione sulla spiaggia di Randello si arricchisce di un nuovo atto. E’quello formulato dalla giunta municipale che, nelle more dell’approvazione del Piano di utilizzo del Demanio Marittimo – quello che viene conosciuto semplicamente come Piano spiagge –, decide di adottare un atto di indirizzo attraverso il quale stabilisce di “non rilasciare alcuna autorizzazione per interventi edilizi nella fascia demaniale” del territorio ibleo dando mandato “al dirigente del Settore IV di adoperarsi per adeguare il Piano di Utilizzo del Demanio Marittimo, portando a conclusione la procedura per la Valutazione Ambientale Strategica e la Valutazione di Incidenza, al fine di ottenere la definitiva approvazione dello stesso piano”. Il primo cittadino definisce “lodevole” la battaglia a salvaguardia della spiaggia, condotta dal comitato Randello Libera aggiungendo che “nonostante le legittime esigenze di sviluppo turistico del nostro territorio, alcune aree debbano essere totalmente preservate, da interventi edilizi invasivi, che possano comprometterne l'equilibrio e la necessaria tutela”.
Ma un altro fronte di critiche si è aperto ieri in consiglio comunale. Prima dell’inizio della discussione del piano triennale delle opere pubbliche Maurizio Tumino, Pdl (Forza Italia) solleva in aula una pregiudiziale: “Il Piano non risponde ai requisiti di legge perché manca la cartografia che indica la localizzazione degli interventi”. Sospensione, scaramucce ed alla fine la constatazione che le norme prevedono quanto Tumino richiede. “Il punto è stato alla fine rinviato – spiega il presidente del consiglio comunale, Giovanni Iacono -. Il piano che non necessita di una ripubblicazione, verrà integrato con le tavole”. Ma Iacono questo episodio lo ha sottolineato in una nota fortemente critica che viene indirizzata ad amministrazione comunale, segretario generale e dirigente del I°settore, Atti consiglio. “Stigmatizzo con forza quanto avvenuto – spiega Iacono -. Non possono arrivare in consiglio comunale atti incompleti o con vizi di legittimità anche perché non è la prima volta che ciò accade”.