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Immigrati, difficile la convivenza nelle città del Ragusano

Prefetto e sindaci chiedono aiuto per fronteggiare il massiccio arrivo di clandestini. Nelle famiglie sale la preoccupazione

PALERMO. Nell’ultimo anno in provincia di Ragusa si sono registrati 68 sbarchi, in aumento del 358% rispetto al precedente, nel corso del quale erano stati 19, con complessive 10.854 persone sbarcate, che rappresentano un incremento del 1.914% rispetto alle 567 del periodo precedente. I numeri sono importanti tanto che il sindaco di Modica Ignazio Abbate ha sollevato il problema dell’emergenza sanitaria, facendo presente che l’ospedale cittadino è intasato dai migranti. Dal canto suo l’Asp 7 di Ragusa ha diffuso i dati dei primi quattro mesi dell’anno parlando di 5.953 arrivi con appena 89 migranti ricoverati e tra questi ci sono pure parecchie donne in gravidanza.
Il sindaco di Ragusa, Federico Piccitto, parla di emergenza gestita con mezzi ordinari. «Occorre un intervento del governo centrale - afferma - perché con due soli centri in provincia non si possono gestire duemila arrivi in 24 ore. Peraltro, il centro Don Pietro, alle porte di Comiso ma in territorio di Ragusa, non è stato ancora certificato. Si tratta di una struttura della Protezione civile regionale che è stata messa a disposizione per l’emergenza, che però non è più tale visto che gli sbarchi sono quotidiani. A Ragusa città si era tentato di aprire qualche centro di piccole dimensioni, ma la popolazione non ha gradito. Ho chiesto al Prefetto di essere avvertito prima di aprire altre strutture seppur provvisorie».
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