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Ragusa, accordo tra Comune e Diocesi Saranno aperte altre undici chiese

RAGUSA. Aumenta il numero delle chiese e anche l’orario di apertura con una previsione che permette di effettuare un tour per abbracciare quelli che sono considerati tra i più importanti monumenti di valore storico artistico di Ibla. Con 55mila euro impegnati dalle risorse entrate nelle casse comunali dalla tassa di soggiorno, il Comune e la Diocesi hanno siglato ieri mattina una intesa che permette di tenere aperte alla fruizione turistica 11 chiese dal 1 giugno al 31 ottobre. Il Comune paga la Diocesi che in cambio si impegna a tenere aperte le chiese sia nei giorni feriali sia in quelli festivi. Dalle 10 alle 19 resta aperta la cattedrale di San Giovanni, la chiesa delle Anime Sante del Purgatorio; dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19, le chiese aperte sono quelle del Collegio di Maria (Badia) e de La Maddalena; apertura su richiesta per San Filippo Neri; Maria Santissima dell’Itria e Santa Lucia saranno fruibili dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 19. Oraridiversi per San Rocco aperto solo al mattino dalle 10 alle 13, per il Duomo di San Giorgio visitabile dalle 10 alle 12,30 e dalle 16 alle 19, la chiesa di San Giuseppe resterò aperta dalle 9 alle 12 e dalle 15 alle 19 mentre San Giacomo nei Giardini Iblei potrà essere fruita dalle 11 alle 13 e dalle 17 alle 21. Sarà la Diocesi a farsi carico della custodia e di fornire personale qualificato con una “conoscenza sufficiente della storia locale e di una lingua straniera”. “Un protocollo importante per la città - sottolinea il sindaco Piccitto -, stilato grazie alla collaborazione della Diocesi e su cui continuiamo a lavorare”, perché, come ha aggiunto l’assessore Martorana, è solo “uno dei primi tasselli del ripensamento dell’offerta turistica. In questa fase solo presi in considerazione solo i mesi estivi ma è nostra intenzione trovare una organizzazione plurirennale per le aperture senza soluzione di continuità e che punti anche alla destagionalizzazione dei flussi turistici”. Fattura fine mese con registri e firme per comproare da un lato l’apertura delle chiese e dall’altro l’effettivo interesse turistico riscontrato. Padre Giuseppe Antoci, delegato della Diocesi ai Beni culturali, spiega che ora la Diocesi si è impegnata anche a garantire “un minimo di accoglienza con personale che sia in grado di dare anche alcune informazioni sulla chiesa. Personale formato anche sui significati religiosi. Faremo stampare un pieghevole in quattro lingue con le informazioni principali sulle chiese della città”. Progetto che potrebbe diventare sistemico perché il sacerdote aggiunge: “Ci auguriamo una migliore fruizione del nostro patrimonio, abbiamo anche dei progetti con il nostro Ufficio per la pastorale del lavoro che analizza anche le iniziative da finanziare nel settore dei beni culturali pure con il microcredito per creare cooperative e gruppi che possano essere in grado di gestire il servizio. E questo protocollo sarà un test importante anche per questo motivo”. Gi.Ad.

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