Ragusa

Lunedì 25 Novembre 2024

Aste giudiziarie a Modica, due sit-in per dire no alle vendite

MODICA. Due i sit-in del Comitato contro le aste giudiziarie e del Movimento dei Forconi tenutisi ieri mattina a Modica davanti ad altrettanti uffici di professionisti delegati alla vendita all'asta di due proprietà di due vittime della crisi, uno di Ragusa e l'altro di Pedalino. Un raduno è stato capitanato da Antonio Guastella del "Comitato No-Aste" e l'altro da Mariano Ferro dei Forconi. Due storie che narrano di ciò che succede a seguito della crisi socio-economica in atto sia nella provincia iblea e non solo. Due storie che reclamano un supporto istituzionale e morale. Un sit-in è stato organizzato per sostenere Franco Rodolfo Manni, un imprenditore che negli ultimi anni ha perduto, a causa della crisi, quanto era riuscito a realizzare dopo anni di duro lavoro. Manni era proprietario di una catena di negozi, per la precisione sei, che davano lavoro a circa venti famiglie. Nel giro di qualche anno ha dovuto chiudere man mano tutti gli esercizi commerciali e quando si è trovato a dover scegliere se pagare il debito con la banca o liquidare pagando i suoi dipendenti, ha scelto la seconda per evitare di danneggiare le venti famiglie. Da qui è partita una serie di vendite all'asta dei suoi beni. Prima la casa di Marina di Ragusa lo scorso gennaio poi un terreno di contrada Puntarazzi. Adesso è toccato alla prima casa, quella di Ragusa, del valore di 850 mila euro. Mariano Ferro durante il sit-in ha ribadito la linea del movimento: "non ci fermeremo e non lasceremo da sole queste persone - ha detto - attendiamo una risposta dello Stato e nel frattempo continuiamo la nostra lotta per evitare la vendita all'asta e per invitare quanti si adoperano per l'acquisto. Ci stiamo già attivando per organizzare delle conferenze davanti alle abitazioni oggetto di vendita. Non ci fermeremo." Anche Marcello Guastella del "Comitato contro le aste" che ha presidiato una delle due sedi dei delegati professionisti ha sottolineato: "non indietreggiamo, anzi invitiamo chiunque abbia iniziato la procedura di acquisto del fabbricato di Paolo e Pina di Pedalino a retrocedere. Bisogna porre fine a tale scempio provocato dalla crisi e accentuato dalla inconsapevole voglia di fare l'affare senza pensare a ciò che succede alla persona che ne rimane vittima". 

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