SCICLI. Prima defezione ufficiale dalla nuova coalizione che ha supportato in queste settimane la giunta tecnica del sindaco Franco Susino. E' quella del gruppo «Il Megafono», rappresentato in Consiglio da Guglielmo Scimonello e che con il suo coordinatore si è detto fuori dall'accordo programmatico "Patto per la città" sottoscritto da undici consiglieri nello scorso mese di gennaio quando è stato deciso di azzerare il precedente esecutivo.
Tre mesi appena è durato il "rapporto" fra gli uomini di Rosario Crocetta e l'Amministrazione Susino o forse meglio con le forze politiche che al momento lo sostengono e cioè il Pd con non tutti i suoi quattro consiglieri, il Pds-Mpa, il Gruppo Misto composto da due consiglieri e Scicli Bene comune. Il coordinatore cittadino di "Megafono", Maurizio Arrabito, è caustico nel comunicare la decisione: parla di "aria pesante, di sofferenza e di politica poco leale". E parla pure di presenze a singhiozzo da parte di alcuni amministratori.
«Ciò frena e penalizza l'attività amministrativa dell'ente - spiega Arrabito - per noi la politica è saper comunicare, comprendere ed ascoltare per costruire una sana amministrazione. Non possiamo sottacere sulle difficoltà emerse all'interno del gruppo».
Parla di gioco al massacro all'interno della nuova coalizione che sostiene Susino, il responsabile di Megafono: "riteniamo di avere tutti pari dignità e rispetto nei confronti delle altre forze politiche alleate ma abbiamo riscontrato atteggiamenti che si sono allontanati dagli accordi programmatici sottoscritti e condivisi da undici consiglieri all'inizio del percorso. Ci chiediamo che fine hanno fatto la riorganizzazione del servizio rifiuti, il parco di Truncafila, il Piano regolatore, il piano di alienazione dei beni e la riorganizzazione dei servizi e degli uffici. Speriamo che le incomprensioni nate in seno agli undici ed accumulate nelle ultime settimane possano decantarsi. Noi, intanto, ci poniamo in pausa di riflessione". La giunta Susino, di fatti, perde la maggioranza vista la pausa annunciata da Megafono e la posizione critica del consigliere del Pd, Vincenzo Giannone: il sostegno, quindi, non è più di undici ma di nove consiglieri su venti.