RAGUSA. Comparto cementiero in difficoltà ma «ben peggiore è lo scenario del comparto edile, che dal 2008 ad oggi ha visto ridurre di quasi il 50% di numero degli operai registrati in Cassa Edile con un perdita di circa 4000 operai nel settore». Lo dichiara Nicola Spadaccino appena riconfernato alla guida della Feneal Uil Ragusa-Siracusa, edili; in segreteria anche Lalle Spadaccino, Giorgio Gintoli, rsu Colacem Modica, Nicola Benigno, rsu Colacem Ragusa, Paolo Mermina, ex rsu Colacem Modica. Un dato che potrebbe essere sfalsato dalla presenza di rapporti di lavoro o “sommersi” o che non prevedono, come il ricorso alle partite iva, iscrizione alla Cassa Edile. Giorgio Bandiera, segretario generale uscente, ha introdotto i lavori. «Nel comparto edile abbiamo assistito in questi ultimi anni a un diffuso utilizzo di manodopera non regolare, così come la domanda di elasticità degli orari di lavoro, con allungamento quasi costante della normale giornata di lavoro nella soddisfazione del profitto d'impresa, ha raggiunto cifre non più tollerabili in provincia di Ragusa. Lavoro nero e illegalità, elementi che incidono negativamente sugli standard operativi di sicurezza. A pagarne il conto sono solo i lavoratori. Un problema serio che occorre arginare, intensificando i controlli in modo che leggi e regole per la sicurezza vengano rigorosamente rispettate dai datori di lavoro». Durante i lavori affrontata anche la vicenda Colacem con il calo vertiginoso della domanda edile nel mercato italiano delle costruzioni e l'arrivo di cemento a basso costo dal mediterraneo. «Il comparto cementiero non è stato di certo escluso dall'onda anomala della crisi; il ricorso alla cassa integrazione alla Colacem negli stabilimenti Modica e Ragusa ma soprattutto sullo stabilimento di Modica, ha permesso di arginare anche se i rischi ad oggi non sembrano scemati, processi drastici quali licenziamenti».