VITTORIA. Discarica, depuratore, centro comunale di raccolta. La giunta Nicosia alza le barriere sui temi ambientali e spiega le sue ragioni. A dare il via sono state le interrogazione le prese di posizioni pubbliche, inviate anche in Prefettura ed in Procura, dall'ex sindaco Francesco Aiello. Nicosia ha avviato ricerche e verifiche, ed ora risponde, dati alla mano. Ammette che il centro comunale di raccolta è pieno di rifiuti, che ha chiesto all'Amiu e/o all'Ato di liberarlo, ma il comune è pronto ad intervenire. Solo dopo si potrà partire con la raccolta differenziata che, per Vittoria, prevederà la raccolta porta a porta dei rifiuti differenziabili, almeno in questa fase. Il primo cittadino, ieri insieme al vicesindaco Filippo Cavallo, parla poi del depuratore. Risponde all'interrogazione di Aiello, «molto puntuale, evidentemente elaborata da un tecnico»; «Quando ci siamo insediati non era in condizioni ottimali - spiega - dal 2007, l'assessore Cavallo ha fatto un grande lavoro e si sono risolti molti problemi, mai però in maniera definitiva. Abbiamo avuto delle multe dell'Arpa. Da due anni, però, la situazione è precipitata. In questo momento, funzionano solo due dei sette segmenti della linea di depurazione. A novembre, avevamo investito 50.000 euro per il carro ponte: la gara non è stata ancora indetta. Di recente, ho chiesto molte volte chiarimenti al dirigente. Per ultimo, l'ho fatto il 6 e 27 febbraio, il 21 marzo. Ora è in malattia e mi ha risposto che avvierà le verifiche. A questo punto, sono costretto ad avviare le pratiche per la sua rimozione da dirigente. Aiello aveva avanzato dubbi sul fatto che la documentazione potesse sparire. Lo tranquillizzo: i vigili urbani hanno effettuato le copie di tutto». Nicosia ha ammesso che «la lana di roccia proveniente dal digestore è sepolta nella zona». Cavallo ha spiegato che è stata divelta dal ciclone Athos. Il sindaco aggiunge: «Sarà smaltita secondo legge. Non sapevamo fosse lì, dobbiamo accertare le responsabilità. Di certo, Aiello era ben informato: avrà saputo da chi l'ha fatto, o da chi ha assistito». Nicosia ha spiegato di aver dato incarico ad un tecnico esterno di verificare la situazione: «Ha constatato che ci sono dei fanghi secchi in discarica, ma non ci sono stati smaltimenti irregolari». Per ultimo, la discarica di Pozzo Bollente. Continua il contenzioso con l'Ato Ambiente: «Devono risanare. Lo ha stabilito anche l'ultima conferenza di servizio in Prefettura. Devono effettuare subito un progetto urgente per l'eliminazione del percolato. Loro chiedono i soldi del "post mortem", noi chiediamo 15 milioni di danno ambientale».
Ha ringraziato Vanessa Ferreri: «È l'unico deputato regionale ad essersi occupata del problema, anche con un recente incontro all'assessorato regionale». Ma i soci dell'Ato Ambiente sono i 12 comuni. Chi pagherà? «Pagheremo tutti - risponde Nicosia - i colleghi sindaci hanno dato la disponibilità a risolvere un problema che è di salute pubblica».