VITTORIA. Nel luglio dell’anno scorso, con una coltellata, sfregiarono al volto un commerciante di 49 anni, "reo" di avere installato un calcio-balilla in un bar nella zona dell'Emaia. Per quel fendente, che venne sferrato in pieno centro cittadino, all'incrocio tra via Matteotti e via Ruggero Settimo, e che ha causato alla vittima uno sfregio permanente, il 6 novembre scorso finiti in carcere i fratelli Giuseppe e Maurizio Nigito, 44 e 29 anni, pluripregiudicati e già sorvegliati speciali di pubblica sicurezza. Ieri i due vittoriesi, difesi dall’avvocato Santino Garufi, sono stati condannati a 4 anni e sei mesi di reclusione dal giudice delle udienze preliminari del Tribunale Andrea Reale. A rappresentare l’accusa è stato il pm Franceso Puleio. Che l'aggressione messa a segno la mattina del 4 luglio fosse legata al giro dei videogiochi - settore in cui i Nigito detenevano una sorta di monopolio cittadino - si era capito già qualche ora dopo i fatti. Era stato lo stesso commerciante, al pronto soccorso dell'ospedale, a riferire agli uomini del Commissariato che i due fratelli, prima di sferrargli la coltellata, lo avevano accusato di avere collocato una macchinetta da gioco in un esercizio commerciale. Il ferimento era dunque una punizione per avere osato fare concorrenza ai Nigito in un settore che consente lauti guadagni. A seguito della consulenza medico legale sulla ferita riportata dal quarantanovenne, il giudice ha attribuito a quella lesione la qualifica di sfregio permanente; il che, dal punto di vista giuridico, significa che siamo davanti ad una lesione personale gravissima, ulteriormente aggravata dall'uso di un'arma da taglio. Sulla base della perizia, il titolare dell'indagine, il sostituto procuratore Monica Monego, ha chiesto al giudice delle indagini preliminari, Claudio Maggioni, l'emissione di un'ordinanza applicativa della misura cautelare della custodia in carcere per i fratelli Nigito. Il gip, sulla scorta del materiale d'indagine raccolto dalla polizia e ritenendo sussistenti le esigenze cautelari, sia per le modalità e le circostanze del delitto, sia per la personalità degli indagati, ha deciso di applicare a Giuseppe e Maurizio Nigito la misura della custodia cautelare in carcere.
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