VITTORIA. Sono passati 20 mesi. Venti mesi di dolore, di dubbi, di interrogativi. I genitori di Ivano Inglese, il giovane ucciso a colpi di pistola, in contrada Pozzo Ribaudo, il 20 settembre del 2012, escono allo scoperto. Le indagini, finora, non hanno prodotto risultati. Gli assassini sono ancora a piede libero. Chiedono giustizia, vogliono sapere la verità. Giovanni Inglese ed Ornella Albani, da quel giorno, vivono un dolore senza fine, che ora hanno deciso di interrompere. «Un dolore lancinante accompagna la nostra vita - afferma Ornella - ormai de sconvolta dalla perdita di Ivano. Ivano era la gioia di vivere, aveva un'innata solarità che donava agli amici. Amava gli animali, tra cui la sua gattina che, morì lo stesso giorno, alle 20,15, quasi avvertendo la perdita del suo padroncino. Ivano mi raccontava ogni momento della sua esistenza». Ornella Albani è convinta che qualcuno sa, qualcuno ha visto e può aiutare le indagini. «Conosco il lavoro scrupoloso degli inquirenti. Ma non è bastato. Noi viviamo con la speranza di trovare giustizia. Viviamo in attesa di un dettaglio che possa essere rilevante. Chiediamo che chi ha visto o sentito qualcosa si faccia avanti senza timore, anche anonimamente. È impossibile che nessuno abbia visto nulla quella sera del 20 settembre 2012. Viviamo con la speranza che chi ha commesso questo delitto atroce venga assicurato alla giustizia». Ivano Inglese lavorava part time come postino e come benzinaio. Poco prima di chiudere il distributore telefonò alla sua ragazza preannunciandole il suo arrivo. Non arrivò mai. Il suo corpo venne trovato su una strada di campagna, non lontano dalla sua auto. Gli assassini avevano sparato più colpi e lo avevano inseguito per 400 metri. F.C.