RAGUSA. Presentata ieri mattina l’Associazione ragusana antiracket e antiusura il cui primo presidente è il commerciante Giuseppe Cabibbo del «Barocco» di Ibla. Sono 14 i soci fonsdatori che hanno riempito un vuoto che durava da anni, cioè da quando dopo gli anni caldi seguiti del pizzo nel 1994 nacque l’associazione presieduta dalla modicana Patrizia Terranova. Poi, quanto timido tentativo, ma senza continuità.
Abbiamo registrato una nuova vittoria per quanti combattono quotidianamente fenomeni criminali quali usura e racket. Questo il filo conduttore di tutti gli interventi di ieri mattina in Prefettura dove si è celebrata la presentazione dell’associazione ragusana antiracket e antiusura. È la 66esima che nasce su scala nazionale, a poche settimane di distanza da quella nata a Vittoria. L’iniziativa rappresenta una tappa significativa, a cui non ha voluto mancare il presidente onorario della federazione, Tano Grasso che ha spiegato come seppur Ragusa non può essere comparabile ad altre realtà siciliane o calabre, tuttavia non è possibile abbassare la guardia. Un altro punto da cui partire a sostegno degli imprenditori, per rafforzare ulteriormente i principi della legalità anche nel capoluogo ibleo.
«Una tappa importante – ha specificato il commissario straordinario nazionale antiracket, il prefetto Elisabetta Belgiorno – che si inserisce a pieno titolo nel percorso che si sta compiendo per l’affermazione della legalità». La Prefettura come sempre a fianco e a pieno sostegno di iniziative che vogliono sfaldare e indebolire la rete dell’omertà e della paura. «Io credo – ha esordito il prefetto di Ragusa Annunziato Vardè – nel ruolo importante che sono chiamate a svolgere le associazioni antiracket, di vicinanza e sostegno agli imprenditori e a coloro che si trovano in difficoltà e che rischiano di cadere nelle grinfie degli estorsori e usurai. Queste persone non vanno mai lasciate da sole». Il presidente Pippo Cabibbo, presente nonostante un grave lutto che lo ha colpito nei giorni scorsi, ha spiegato come oggi sia importante fare prevenzione e far conoscere l’associazione per diventare punto di riferimento qualora dovesse servire.